Due letture di Dishonored.
Molti ne parlano con toni entusiastici, altri ne criticano un’eccessiva brevità: aggiungiamo sproposito allo sproposito con una doppia recensione ai margini, e quindi definitiva, del gioco dell’anno (poiché unico).
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Molti ne parlano con toni entusiastici, altri ne criticano un’eccessiva brevità: aggiungiamo sproposito allo sproposito con una doppia recensione ai margini, e quindi definitiva, del gioco dell’anno (poiché unico).
«All the previous Portal 2’s reviews have been a mathematical error… a mathematical error we’re about to correct.» Recensione a otto mani, scarsa lucidità e tanto sentimento dell’ultimo lavoro Valve.
Ultimo appuntamento con gli award 2010 di AiMargini, questa volta combo fra tre ex-giocatori per chiudere in bellezza e assenza di ghemplé.
JackNapier
Un anno così esaltante che faccio fatica a tenere a mente tutti i giochi. [/sarcasm] No, scherzo: il solito schifo, e sebbene sia vero che non riesca a ricordare a cosa abbia giocato, il motivo va cercato piuttosto nell’insulsaggine media dei titoli.
Badate che regalo natalizio da AM: sulla scia di una discussione nell’Agorà, ecco quelli che a me sono sempre sembrati gli scenari migliori della Serie. Ovviamente ne mancano tanti, soprattutto dai primi episodi, in cui ogni scenario era memorabile, ma questi sono quelli che incontrano maggiormente i miei gusti, ovvero quelli con gli scorci più evocativi, un’atmosfera palpabile e dal disegno meglio realizzato (lascio la classifica di quelli animati meglio a chi ci capisce meno di me). L’ordine è per episodio e non per merito.
«Voi amate il mare, capitano?» – «Sì! l’amo! Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l’immenso deserto dove l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa». (”Ventimila leghe sotto i mari”, J. Verne)
Forzato da una ingenerosa dipartita hardware – e dall’assenza di stimoli a porvi rimedio, va detto – a cercare scampoli di ghemplé digeribile su una piattaforma storicamente inospitale per questo tipo d’esperienza, eccomi scoprire queste piccole perle in quel territorio poco definito fra sviluppatori indie, distribuzione fai-da-te e tiri abbassati che qualche volta riescono a offrire qualcosa di decente. È questo il caso di Ancient Trader, gioco strategico a turni sviluppato da 4Kids per PC e XBLA in cui il giocatore è chiamato a impersonare un capitano di una nave con cui esplorare mari e territori sconosciuti, in un mondo raffigurato attraverso una mappa nautica del 1500.
Ebbene sì: anche quegli affari totalmente inutili hanno dimostrato di potere ospitare del gameplay. Basta ritrovarseli in una confezione guardabile e dallo schermo generoso, dotarli dei giusti accessori e configurare i programmi in modo garbato (v. screenshot per ogni gioco NdAries) ed è possibile dimenticarsi di tutte quelle peciottate polacche che le peggiori riviste di settore e i più loschi individui forumistici hanno finora tentato di spacciarci per videogiochi compiuti.
Ma come orientarsi nel meraviglioso oceano di retrogaming tanto caro al S. Anto? Io vi vengo in soccorso dandovi una parzialissima e temporanea non-top10 dei giochi che ritengo imprescindibili nella propria libreria MAME, ma proseguite nella lettura per scoprire come partecipare alla gloriosa resurrezione del bitmap.
Mass Effect 2 non c’entra quasi nulla con il primo. La fratellanza interstellare passa in secondo piano. L’umanità ha portato il caos nel cosmo. I rapporti ora si basano su contratti. Su impegni da sbrigare anche se non se ne ha voglia. Perché l’universo è ancora in pericolo e non importa che tu sia capitalista o comunista. Qualcosa da proteggere ce l’hai comunque. Fosse anche la pellaccia. E qua qualche dubbio ce lo poniamo. Perché l’inizio è frettoloso. Non indaga. Non si questiona sull’etica. Forse ci sarà tempo dopo. Ma la splendida introduzione è solo visuale e davvero poco concettuale.
L’ho sempre invidiato alla console Microsoft, mai celando questo sentimento e il conseguente fremito nel lato oscuro della Forza, riuscendo poi a seppellirlo a seguito di impressioni sempre meno entusiastiche col passare del tempo e di un breve hands-on non molto convincente. Una serie di congiunzioni astrali – un iMac sufficientemente performante, qualche giorno libero nel periodo natalizio, un’offerta di Steam ai limiti del senso di colpa – mi ha finalmente permesso di recuperare Mass Effect, colmando forse l’unica lacuna che sentivo in questa generazione tutt’altro che esaltante, e potendo finalmente condividere le riflessioni scaturite con il popolo di AiMargini, anche in vista dell’imminente seguito.
Ci si chiedeva dove fossero finiti. Dopo il supporto post-uscita riservato agli episodi portatili, ci si aspettava che su PS3 e con un gioco esclusivo per il PSN gli update fossero una delle priorità per Studio Liverpool, proprio per la semplicità di distribuzione e l’adeguatezza al target, per la possibilità di fare guadagni facili, per mantenere viva la comunità con iniezioni costanti di materiale nuovo, per sfruttare il vasto archivio di piste riciclabili dai vecchi episodi, finora mai teatro di gare multiplayer online. E invece lo studio Sony ha impiegato praticamente un anno per fare uscire il primo contenuto scaricabile per wipEout HD, una vera e propria espansione che al costo di 10 yuri lo trasforma in una specie di wipEout HD 1.5. O, più semplicemente, wipEout Fury.
È stato senza dubbio alcuno uno degli annunci più caldi e inaspettati dello scorso E3. Al contrario di altre “sorprese”, rivelate con anticipo al pubblico dalle fonti più disparate, Final Fantasy XIV ha realmente colto impreparata la maggioranza dei giocatori, la cui attenzione verso il brand giapponese era già occupata da titoli quali il tredicesimo capitolo e il Versus. A stranire ancora di più la platea sono state le dichiarazioni l’uscita di questo nuovo mmorpg SquarEnix, seguito più o meno diretto di Final Fantasy XI, che lo vedrebbero sugli scaffali dei negozi di videogiochi di tutto il mondo entro la fine del 2010, una sorta di uscita-lampo considerando i tempi biblici che hanno sempre caratterizzato lo sviluppo della maggior parte dei titoli SE. Successive interviste e pubblicazioni online hanno aiutato a svelare qualche mistero e qualche caratteristica di questo nuovo gioco di ruolo online, oltre a confermare che il suo sviluppo è cominciato quattro anni fa, ragion per cui AiMargini vi propone questa guida al mondo, al background e al sistema di gioco di FFXIV.
“Perché nei giochi odierni non si fa altro che sparare a ogni cosa?” “C’è spazio per videogiochi non divertenti?” “I videogiochi sono arte?” “Come si è potuti arrivare a Dante’s Inferno?” . Domande come queste sono una specie di cliché, nei forum di videogiochi. Puntualmente c’è chi si schiera da una parte, chi dall’altra, c’è l’ingenuo che vuol sostenere i jrpg e il pelé che richiama all’ordine del gameplay. In sostanza non si arriva mai a una conclusione, prendendo sempre la questione da angolature ristrette e affrontandola col solo scopo di difendere, con qualche frecciatina, la propria fazione. Discussioni noiose e inutili, quindi (specie quelle riferite alla penultima domanda), nonostante l’argomento sia sentito e necessario per una corretta valutazione della scena nel suo complesso. Ecco perché vi vengo incontro con questo bigino che ha lo scopo di dare una visione d’insieme della problematica. Sarà un post altrettanto palloso e per molti ricco di banalità (che in realtà non lo sono affatto, prese nel quadro generale, o almeno non mi sembrano esserlo data la media delle discussioni di cui sopra), ma lo trovo importante e utile per essere preso come base comune.