Due letture di Dishonored.
Molti ne parlano con toni entusiastici, altri ne criticano un’eccessiva brevità: aggiungiamo sproposito allo sproposito con una doppia recensione ai margini, e quindi definitiva, del gioco dell’anno (poiché unico).
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Molti ne parlano con toni entusiastici, altri ne criticano un’eccessiva brevità: aggiungiamo sproposito allo sproposito con una doppia recensione ai margini, e quindi definitiva, del gioco dell’anno (poiché unico).
È un gran gioco, solo che si vende male. Oddio, in realtà dovrebbe aver venduto anche bene, ma quello che intendo è un’altra cosa. Diciamo che non è proprio un gioiellino a vedersi, né il prodotto di una raffinata ricerca estetica. Se poi ci si aspetta una sceneggiatura memorabile, con caratterizzazioni da film d’autore, colpi di scena spiazzanti, allora campa cavallo. I punti forti di Deus Ex Human Revolution sono due: atmosfera e gameplay. Nulla di nuovo, non illudetevi, ma chi se la sente di fare gli schizzinosi di questi tempi?
Dopo l’abbuffata degli award e il necessario periodo digestivo, torniamo a alla pubblicazione con la rubrica dedicata agli esuli. Oggi tocca al giggio, un passato da allievo del topastro torinese e un radioso presente nella nazionale juniores carioca.
La prima volta che accesi il visore notturno una sensazione di felicità pervase ogni fibra del mio corpo. La portentosa grafica, il gameplay intuitivo ed una trama soddisfacente introdussero Sam Fisher nel mondo videoludico, presentando un gioco assolutamente eccellente sotto qualsiasi aspetto.
Il più grande detective del mondo è ovviamente lui, Batman, o semplicemente “detective” come lo chiama uno dei suoi più acerrimi nemici.
Un gioco sui supereroi è sempre un’incognita per un amante di questo fantastico mondo, non si sa mai se l’amore per il personaggio e il suo universo offuscherà la nostra capacità di giudizio, e ritrovare nel gioco figure conosciute e amate o odiate può emozionare al punto di farci tollerare lacune evidenti nel sistema di gioco.
Per fortuna questo non è il caso di Batman: Arkham Asylum. Il gioco è un’avventura abbastanza classica con fasi di combattimento, fasi stealth e di risoluzione di enigmi, ma tutto è curato nei minimi particolari.
Questa è una storia di proiettili e granate, di bunker sporchi e umidi, di una lingua ruvida e spigolosa. “Alè”, penserete, “un altro gioco sulla 2a guerra mondiale. Yawn”.
E’ vero, nella nostra carriera di videogiocatori abbiamo ucciso talmente tanti soldati tedeschi che cominciano addirittura a starci un pò simpatici, facendoci talvolta dimenticare il ruolo di spietati carnefici che la storia ci ha insegnato hanno rivestito. Ma trattenete per un attimo gli sbadigli, in quanto Velvet Assassin possiede nella sua faretra un paio di frecce che potrebbero destare il vostro interesse.