Archivio della categoria ‘Riesami’



Layton, a beautiful mind

JackNapier, Martedì 23 Aprile 2013 @ 09:09

Le pubblicano col ritmo di un capitolo all’anno - forse anche di più, se consideriamo gli spin-off. Eppure, le avventure del professor Layton si confermano ogni volta come giochi di ottimo livello. Sono puzzle-game, con trame avvincenti e uno stile grafico che fa l’occhiolino ad Hergé. Certo, mai belli quanto il primo episodio “Il professor Layton e il paese dei misteri”, anche per i ben noti limiti della riscrittura - su tutti la prevedibilità. Questo perché il plot segue più o meno lo stesso schema in tutti gli episodi: una lettera informa Layton di un mistero; cominciate le indagini, il caso si complica; Layton e il suo assistente Luke indagano, interrogano i sospetti, raccolgono indizi; la vicenda raggiunge il suo climax al momento del confronto finale, al quale segue la risoluzione del caso. Un giallo deduttivo nella forma più classica, che già di suo è una sfida razionale allo spettatore/giocatore. Continua »


LOOM

JackNapier, Martedì 17 Aprile 2012 @ 14:51

Prima della storia scritta, il sapere era custodito dalle gilde. Sotto le montagne, i Forgiatori plasmavano meraviglie incorruttibili. Nei boschi, i Pastori guidavano invisibili i loro greggi. I Vetrai creavano meraviglie di cristallo nella città trasparente. I Tessitori - i più austeri - conservavano e tramandavano l’arte più alta e pericolosa. La natura si mostrava loro come la trama di un tessuto. Nel Telaio, vite ed eventi si intrecciavano come fili. Per questo motivo vivevano in esilio su un’isola a largo nell’oceano, temuti dal mondo. Continua »


Morto un pavel se ne fa un altro: il 2011 tra margini e fondazione

pavel, Venerdì 17 Febbraio 2012 @ 13:20

Once upon a time…
Annus mirabilis del twist e dell’assenza assoluta di lucidità. Iniziato da pavel, col pad appeso al chiodo del Pozzanghera e nella ridicola difesa di un mondo di giochini Apple-style a cui non credo, di cui chiedo venia non senza spasmi di vergogna, soprattutto per chi nel foro si è dovuto sorbire i miei appannati vaneggiamenti. Nessuna scusa: ho passato un brutto periodo pure io. Insomma si diceva, iniziato mestamente da pavel e finito in gloria – da seccapavelle –, araba fenice risorta dalle ceneri dell’anti-gameplay frustrato, versione 2.0 un po’ remake e un po’ reboot. Limited, lite e slim insieme: restyle gimmicko indispensabile in vista della ormai prossima New Generation Console.

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Quando il cinese farma a ritmo.

Esulo, Lunedì 2 Maggio 2011 @ 11:22

Una delle cose che mi fa più impazzire al mondo è quando qualcuno, parlandomi, associa le mie passioni e ne formula una teoria. Estate 2008, qualche mese dopo l’uscita del primo capitolo della saga Patapon. Sdraiato sul divanetto della casa in cui alloggiavamo con qualche amico, accendo la PSP di uno di loro, che pronto interviene: “Oh Tia, devi assolutamente provare ’sto gioco, a te che fai grafica di sicuro piace!”? Tra gli amici io sono quello che fa grafica, e di conseguenza vengo associato a tutto quello che, nei luoghi comuni, è creativo, originale e graficamente appagante.

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Sotto un cielo d’acciaio (e spoiler).

JackNapier, Mercoledì 20 Aprile 2011 @ 14:13

Di nuovo adventure e di nuovo un’esperienza singolare che mi ritrovo a descrivere. Benché la storiografia videoludica ce la metta tutta a convincerci del contrario, le avventure grafiche non sono tutte Monkey Island, Indiana Jones, Grim Fandango e cloni. Si tende spesso a tralasciare opere più coraggiose e raffinate sul lato estetico e/o narrativo e/o ludico. Ho scritto apposta di The Dig come di un episodio dall’enorme fascino, eppure tra i meno considerati nel catalogo LucasArts. Oggi è il turno di Beneath a Steel Sky, punta e clicca di Revolution, la stessa software house che avrebbe poi sviluppato la serie famosissima di Broken Sword.

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L’Angolo del Cestone: Metro 2033

Esulo, Mercoledì 16 Marzo 2011 @ 15:42

Dopo aver stuzzicato molti palati fini, lasciandone fin troppi indifferenti (viste le vendite scarsine, ma che comunque non hanno pregiudicato il seguito, presente all’E3 di quest’anno), è arrivato il momento anche per il Sottoscritto, a un anno esatto dall’uscita nei negozi, di gustarsi questa piccola gemma grezza sviluppata da 4AGames, (gruppo di dev ucraini, che hanno lavorato a Stalker prima di creare questa nuova sh), e basata sul bellissimo romanzo omonimo di Dmitry Glukhovsky.

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The Dig

JackNapier, Mercoledì 9 Marzo 2011 @ 11:30

“Houston, abbiamo un MacGuffin”. Attila è un corpo celeste che ha deciso di spiaggiarsi sulla Terra. Urge convincerlo a rituffarsi nell’universo, con l’aiuto di due testate nucleari. La NASA elabora un piano di massima emergenza e forma un team speciale per l’occasione: il comandante Boston Low, militare esperto di sopravvivenza in situazioni critiche, responsabile della sicurezza della squadra; il Dr. Ludger Brink, geologo e archeologo, già leader della prima spedizione scientifica sulla superficie venusiana; Maggie Robbins, reporter di fama mondiale, linguista esperta, sostenitrice agguerrita della libera informazione.

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Dieci volte “Wow”!

aries, Lunedì 6 Dicembre 2010 @ 13:49

Domani esce la nuova espansione di World of Warcraft, per somma gioia di tutti coloro che in questi anni hanno imparato nuove lingue, nuove possibilità di gameplay ma soprattutto nuovi canoni estetici. Proprio per questo motivo AM ha deciso di rendere omaggio alla creatura Blizzard con questa galleria dedicata alle meraviglie estetiche del ricchissimo universo fantasy disegnato dalla talentuosa software house americana nel corso di questi anni. Rifatevi gli occhi!

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Guerra fra galassie.

aries, Lunedì 11 Gennaio 2010 @ 13:24

L’ho sempre invidiato alla console Microsoft, mai celando questo sentimento e il conseguente fremito nel lato oscuro della Forza, riuscendo poi a seppellirlo a seguito di impressioni sempre meno entusiastiche col passare del tempo e di un breve hands-on non molto convincente. Una serie di congiunzioni astrali – un iMac sufficientemente performante, qualche giorno libero nel periodo natalizio, un’offerta di Steam ai limiti del senso di colpa – mi ha finalmente permesso di recuperare Mass Effect, colmando forse l’unica lacuna che sentivo in questa generazione tutt’altro che esaltante, e potendo finalmente condividere le riflessioni scaturite con il popolo di AiMargini, anche in vista dell’imminente seguito.

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La mia giovinezza in un sotterraneo

Peppebar, Lunedì 22 Giugno 2009 @ 12:19

Questa non è una retrorecensione o una spolverata sulle ragnatele di un gioco della preistoria videoludica.
È semplicemente un ringraziamento, un atto d’amore se preferite, di un uomo verso un gioco che lo ha legato indissolubilmente ad un genere, gli RPG su computer, che prima di esso non sapeva neanche esistessero e che dopo di esso non sarebbero più stati la stessa cosa.
Certo un giocatore che ha dedicato 200-300 ore della sua vita ad Oblivion sorriderebbe se si trovasse davanti Dungeon Master, salvo poi vedere trasformato in un’ espressione di sgomento il suo sorriso davanti ai diabolici enigmi che il gioco proponeva. È molta la gratitudine che ogni RPG su computer deve tributare al titolo degli FTL, forse anche qualcosa in più, visto che probabilmente senza Dungeon Master non si sarebbero raggiunti i picchi di perfezione e immedesimazione che abbiamo oggi.

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I predatori dell’occasione perduta.

mauz, Martedì 28 Aprile 2009 @ 00:55

Uno dice Naughty Dog e già partiamo male. Tornano subito alla mente la piattezza mortale di Jak & Dexter (il primo, non sono andato oltre), la faccia di culo da toporagno cocainomane di Crash (sì lo so che era un Bandicoot, ma l’avete mai visto il bandicoot vero?), ai più vecchietti verrà pure in mente Way of the warrior.
Insomma partiamo male, appunto, ma questo Uncharted - Drake’s Fortune, dalla prima volta che lo presentarono -ovviamente in forma di target render- aveva un qualcosa che mi ha attirato. Forse il protagonista così chiaramente anonimo da risultare simpatico, spiccando addirittura per originalità in un contesto di mascotte kawaii e archetipi machisti (inoltre è il clone di Mike Delfino, un valore aggiunto per un casalinguista), o forse il fatto che di avventurone di questo genere (punto su cui torno fra poco, e che -in effetti- sarà il centro di questo breve riesame) ormai se ne vedono poche, escludendo la popputissima Lara, che sta vivendo -pare- una seconda giovinezza, ma ha anche abbondantemente rotto il cazzo.

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Benvenuti a teatro.

Esulo, Sabato 4 Aprile 2009 @ 15:04

Perché di un’opera teatrale stiamo parlando, del più atipico degli Zelda, del controverso Majora’s Mask, riproposto in questi giorni sull’inutile hardware Nintendo tramite Virtual Console.
Majora non nasce come Zelda, e nemmeno come gioco classico. Infatti, laddove nel canone l’eroe parte per il suo viaggio e progressivamente si evolve fino a completare la sua missione finale, qui l’eroe prima di tutto cade. E cade perché dobbiamo capire che le regole di questo gioco non sono le solite. In Majora’s Mask non ci sono nemesi goffe che risparmiano l’eroe e lo fanno crescere fino a renderlo invincibile, non vi è un mondo fittizio, uguale giorno dopo giorno, disposto a dare all’eroe tutto il tempo necessario a diventare abbastanza forte per salvare il mondo.

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