Archivio della categoria ‘Quando sono venuto al mondo i Lynyrd Skynyrd precipitavano in aereo’



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ginko, Venerdì 15 Ottobre 2010 @ 01:23

Halo Reach ha già smesso di far parlare di sé anche se non ha smesso di vendere. Halo non deve convincere. Chi lo conosce sa cosa trova. Chi critica le nuove mappe sa che saranno sistemate.  Chi non c’è ci tornerà. Chi non ci tornerà ne parlerà comunque. Reach è splendido. Reach è scontato. Reach sorprende comunque perché è la chiusura di un’era che è iniziata nel 2001, quando le console non potevano caricare un FPS senza essere accusate di tentare inutili attacchi alla profondità di gameplay del PC. Eppure flash di coscienza erano già partiti da giocatori che ebbero una pasqua genomica quando incrociarono la strada di Perfect Dark e quando travolti dal 3D giustificarono persino i voti dati al primo simulatore videoludico di slow motion.

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Ma che bel castello.

ginko, Giovedì 7 Gennaio 2010 @ 20:30

Il “fai finta di niente e massacra tutto quello che si muove basta che non siano tre civili di fila” ha compiuto un nuovo esaltante passo verso il free roaming action.
Secoli sono passati da quando GTA, da brillante arcade a volo d’uccello, è stato trasformato prima in uno stilicidio scassone, poi in un quasi gioco, poi in un sandbox per truzzi e infine nuovamente in un quasi gioco. E quell’omino rigido paragonato con Altair già correva a nascondersi. Perché Altair poteva sfruttare il mondo circostante. Non era una Doroty obbligata a seguire la via dorata, anche se infine destinato ad un solo e unico Kansas. Ma Ezio….Ezio è un’altra cosa. Ezio non è più furbo. Ezio non può cambiare il finale. Ezio non è superman. Ezio ha una sola cosa in più dalla sua parte. Un contesto intorno.
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Vince il cane di Fable, a man bassa. Ma Dog Meat, povero cucciolo, è sempre stato uno sfigato.

ginko, Sabato 15 Novembre 2008 @ 15:13

Non è una recensione, le recensioni, e qua concordo con altri della scuola analitico videoludica italiana, devono attenersi a una comprensibilità estremamente elevata, tanto da risultare consigli espansi più che giudizi. Le recensioni sono un servizio, utile anche se da interpretare e limare. Questo è un pensiero, senza voto e senza lima, che ha preso una strada scarsamente comprensibile ma che ritengo più adatta ai margini, adatta per mostrare i moti di un’idea che si forma su altre idee a loro volta generate da prodotti nati dalla concertazione operativa delle idee di più esseri umani, vincolati a un progetto che come accadimento nasce e si forma in un determinato ma coincidenziale lasso di tempo.

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La caverna di Platone senza gabbia né manette

ginko, Mercoledì 29 Ottobre 2008 @ 16:45

Interpreti del mondo. Aspiranti giornalisti, recensori, pubblicisti, iscritti all’ordine, veterani, opinionisti e galli da talk show. Alcuni promossi ad honorem, altri costretti a pagarsi da soli uno stipendio per entrare nell’ordine, qualcuno costretto dall’audience a cambiare opinione più velocemente dei politici a cui dovrebbero dare voce. Interpreti dicevo. E’ questa infatti la definizione allargata di un’attività indecifrabile, definizione che compare qua e la in autoproposizioni, manifesti dell’ordine e che persino la legge, in una certa misura, ha accettato. In effetti, se etica e coscienza critica fossero valori prevalenti, potrebbero essere proprio questo. Interpreti. Le voci narranti che dispiegano una realtà relativa di interesse pubblico. Soggetti che pubblicano. Pubblicisti insomma, nella forma più disinteressata e lontana dal giornalismo odierno che è strutturazione di pubblicisti, snaturazione di pubblicazione. Una forma che accetta blogger, redattori, sociologi, scienziati come soggetti informati informanti. Una forma che dovrebbe svincolarsi dalla fornitura meccanica di infomazioni sotto forma di ANSA, REUTER, copie promozionali e press tour. Fattori fondamentali dell’informazione pubblica e pubblicitaria ma che dovrebbero essere semplici tasselli di un quadro in grado di porre le informazioni al centro del dibattito e non far dipendere il dibattito dalle sole informazioni strutturate.

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Giocare con le dita è bello ma il piacere orale è meglio.

ginko, Mercoledì 1 Ottobre 2008 @ 16:21

Fumare e videogiocare, una piaga. Monitor gialli, dita ustionate, frag ingiusti e bestemmie tossite a denti stretti, col terrore che quella cazzo di cicca buchi il pantalone della tuta, frigga la carne e continui la sua strada come l’acido di Alien fino al divano da diciassettemila euro acquistato per poter giocare diciotto ore al giorno senza finire in un letto d’ospedale. L’alternativa è fumare fuori dalla finestra lasciando la gente appesa con l’arrosto fuori portata e le narici gonfie di aroma. E lì piovono merendine. La gente fa un salto in cucina per riempire il vuoto operativo e ingurgita qualcosa che un normale bipede smaltirebbe in una mezzoretta ma per un videogiocatore è un peso eterno, qualcosa che nemmeno i divani in pelle di giaguaro potranno mai consumare.

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Pigia pigia. Arriva la vendemmia.

ginko, Mercoledì 24 Settembre 2008 @ 15:18

In questo mondo si pigia. Non si pigia alla toscana, si pigia letteralmente. Il movimento e il risultato sono sempre e invariabilmente gli stessi. Premere un pulsante genera una variabile situazionale. In soldoni per ogni pigiata, furibonda o rilassata che sia, succede qualcosa. Pigiando il pulsante di ottone dell’accrocchio Juleverniano si ottiene la gracchiante risposta della mamma che comunque non getterà mai i cinque euro per il gelato dalla finestra visto che è quasi ora di cena. Premendo i tastini di plasticaccia del terrificante telefono mille funzioni è possibile lamentarsi con la compagnia telefonica di turno perchè hanno attivato il bonus Freedom Force Communication 8 che permette di accumulare punti quando chiami i parenti esquimesi, che comunque non hanno il telefono fisso.

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