Ma che bel castello. - { Quando sono venuto al mondo i Lynyrd Skynyrd precipitavano in aereo }
ginko, Giovedì 7 Gennaio 2010 @ 20:30

Il “fai finta di niente e massacra tutto quello che si muove basta che non siano tre civili di fila” ha compiuto un nuovo esaltante passo verso il free roaming action.
Secoli sono passati da quando GTA, da brillante arcade a volo d’uccello, è stato trasformato prima in uno stilicidio scassone, poi in un quasi gioco, poi in un sandbox per truzzi e infine nuovamente in un quasi gioco. E quell’omino rigido paragonato con Altair già correva a nascondersi. Perché Altair poteva sfruttare il mondo circostante. Non era una Doroty obbligata a seguire la via dorata, anche se infine destinato ad un solo e unico Kansas. Ma Ezio….Ezio è un’altra cosa. Ezio non è più furbo. Ezio non può cambiare il finale. Ezio non è superman. Ezio ha una sola cosa in più dalla sua parte. Un contesto intorno.
Ezio è Spiderman senza il costume scemo e senza i disgustosi filamenti bianchi che gli penzolano dalle mani. Il giovane, sciocco Ezio imbraccia la giustizia con vigore e balzella frantumando i limiti di missioni ancora ripetitive, anche se un po’ meno, e travolgendo arcaici italioti che sembrano mozzarellai partenopei incapaci di esprimere un’emozione senza piegare le braccia e unire i polpastrelli. Perchè il gusto della vendetta non deve firnire sùbbeto. Ma più che gusto è l’inevitabile disgusto di auto riconoscimento nello stereotipo. L’orgoglio di fare la pizza.

Manifestazioni per il DOP della Fiorentina.

Manifestazioni per il DOP della Fiorentina.

Nella fandonia irrispettosa vediamo ben rappresentato uno dei pochi popoli che ha fatto di tutto per combaciare con il proprio stereotipo, pur di avere un’identità, perché star senza fa freddo all’anima. Ma il sugo non è certo la teatralità di un Gassman già spento e la cui esaltazione odora di putrefatto, di trapassato, di lacrime versate spalla a spalla col Tognazzi. Il cuore è la mazzata. Son le botte. Le Van Damme. La stilettata al collo. La posa stupita di una guardia che esala l’ultimo fugace respiro e vede il senso del mondo spegnersi come un cristallo di dilitio. Non c’è dubbio. A sberle in faccia Ezio fa ancora più paura. Qua è tutta lettura all’americana. Iperbolica, ma assurdamente credibile. E anche se il personaggio è una favaccia che non sa di assassino nemmeno se condito con l’LSD, i miglioramenti dell’animus sono netti. Certo Apple con l’augmented reality è a un tiro di schioppo, ma l’illusione tiene ancora.

Ma torniamo a noi. Ovvero a lui. Che comunque è un altro. Che nasconde la sua identità ovviamente. Le guardie si fanno sotto una alla volta, ma un po’ di meno. Ezio salta a cazzo di cane come Altair, ma un po’ di meno. Le armi sono tutte uguali, ma un po’ di meno. A volte le guardie ti vedono anche se gli sei dietro, ma un po’ di meno. Alcuni angoli della città solo assolutamente inutili e senza senso, ma un po’ di meno.

Per fortuna questi un po’ di meno si trasformano in un grosso un po’ di più. Ogni città guadagna un po’ di vita e i passanti perdono un po’ di meccanicità. Inoltre, e qua il polpastrello sorride, ogni tipo di guardia ha la sua tattica d’approccio e il suo punto debole. Il tutto drammaticamente schematico, certo, ma quel pizzico di dinamismo regalato al combattimento è inestimabile e mancava totalmente in quel di Gerusalemme.  Arriviamo dunque alla nostra bella Italia che, considerando l’insieme architettonico, è resa con particolare grazia. Certo manca un po’ di sporco e l’arredamento spesso far rimpiangere le case studentesche, ma guglie, canali e monumenti della nostra celebre storia sono tutti lì. Per certi versi si tratta di un titolo titanico, talvolta raffazzonato per scelta e per dimensioni, che regala una lettura tutta nuova alle profezie medianiche dell’antichità. Emergono inoltre dettagli inquietanti su questo nuovo globo terraqueo. Mentre i bambini dell’estremo medio oriente imparano a usare i bazooka le guardie delle megacorporazioni preferiscono usare i manganelli. E qualcuno corra ad informare Alberto Angela che un solo uomo in tutto il medioevo sapeva andare a cavallo.

Cosa possiamo quindi dire di Assassin’s Creed 2? Possiamo dire che è un gioco scemo. Un grandissimo gioco scemo. E non uno scemo gioco o un grandissimamente scemo gioco. Quanto un graditamente gran gioco, parecchio scemo.

Lorgoglio del sonaro medio nel 2007

L'orgoglio del sonaro medio nel 2007

Si poteva fare di più? Eh beh. Da un lato si può sempre fare di più, da un altro bisogna fare qualcosa prima o poi. Certo ci si puppa Dante in versione Devil May Cry grazie a Ubisoft, ma senza non avremmo avuto il brivido di scannare dalle 2 alle 20 guardie senza che nessuna di queste si accorga di ciò che sta capitando. Anche questo è scemo. Ma dà soddisfazione. Molta più soddisfazione di quanta ne ho provata entrando in una magnifica fortezza dopo averla ammirata sbigottito da fuori.
Dentro non c’era niente. Proprio niente. Tranne qualche calcinaccio e un paio di guardie troppo stupide per meritare attenzione. Aspettando che dentro ci sia qualcosa continuo ad andare in giro scannando passanti maleducati e bullandomi perché io, un cavallo, ce l’ho.

SV.
Troppo bello per volare basso e troppo scemo per meritare la gloria.


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