Once upon a time…
Annus mirabilis del twist e dell’assenza assoluta di lucidità. Iniziato da pavel, col pad appeso al chiodo del Pozzanghera e nella ridicola difesa di un mondo di giochini Apple-style a cui non credo, di cui chiedo venia non senza spasmi di vergogna, soprattutto per chi nel foro si è dovuto sorbire i miei appannati vaneggiamenti. Nessuna scusa: ho passato un brutto periodo pure io. Insomma si diceva, iniziato mestamente da pavel e finito in gloria – da seccapavelle –, araba fenice risorta dalle ceneri dell’anti-gameplay frustrato, versione 2.0 un po’ remake e un po’ reboot. Limited, lite e slim insieme: restyle gimmicko indispensabile in vista della ormai prossima New Generation Console.
Abbracciata, in toto, la New Wave Nintendara tra funghi e ciuffi d’erba, carica batterie ridicole e barili di pile stilo:
- Zelda la pietra dello scandalo;
- Il 3DS in tasca (true fanboy trifora edition) il segno potente della discontinuità;
- L’anti-Colibrì-ismo l’unica riconoscibile scoria del passato russo.
Niente best of, solo un tentativo di lista di quei giochini che ricordo d’aver giocato. Tra gli altri anche quanto del 2010 giocato recentemente. Due righe di commento che vorrebbero imitare il Benfy-style non riuscendoci e il votino da pagella del Giggio tipo boccone del re, ammazzacaffè, soddisfatta sigaretta post-abbuffata (a proposito, l’agorà è il nuovo tempio web del tabagismo da gran signori – tutto giocato sull’asse Drake-Grifo – ultima frontiera toccata dai pelè del foro. Solo un avviso: occhio ai polmoni del Kennedy, tempo un mese e entra in casa tutto lo scibile fumabile). E quando parlo di votino da pagella intendo proprio quello, niente voti fake da catalogo Ikea, la porcata 8 e il capolavoro 9,8. No, voti The Real, da far incazzare, da sbeffeggiare in eterno.
Nota 1. Solo tre generi: platform, puzzle e adventure, che poi sono gli unici che sento onestamente nelle mie corde e su cui mi posso permettere di dire qualcosa. Ancora più sincero: gli unici che cerco. In fondo un brevissimo strappo alla regola.
Nota 2. Si ringrazia The Real Secca per la concessione del nome e Shino Pirateschi per l’ispirazione. Si ringrazia l’amata Fondazione (©) per aver fornito sede, giochini, bevande e l’indispensabile compagnia alla fabiet. Si ringrazia il Tabris perché sì (la Pozzetto come lui nessuno mai).
Platform
Ms. Splosion Man
Loro sono folli, divertenti, svegli e citazionisti: dei fissati del cattivo gusto (per capirci una fusion fra il Kakugo e il Frèg). Il gameplay è in nuce strepitoso ma non si perdona il data disk frustrante del primo episodio, un delitto in pieno giorno. (5)
Kirby’s Epic Yarn
Pucciosa l’idea, inconsistente la realizzazione. C’è il miglior tributo a Yoshi’s Island di sempre ma un platform senza sfida non ha senso alcuno se non sei under 6. Fa malissimo la citazione allo splendido episodio only-pennino, a oggi l’unico capitolo realmente intrigante della mediocre saga scaturita dalla mediocre mente del mega presidente. (5)
Super Mario 3D Land
Tassello notevolissimo nella stupefacente evoluzione strutturale dei platform Nintendo. Su questo l’Ender ha un dovuto copright: è l’anello mancante fra i Mario bidimensionali e il 64. Amen. Fa dimenticare gli inutili New Super Mario. (8)
Donkey Kong Country Returns (dal 2010)
Ok, l’Lpf e il Super Anto sono in piena Civil War. Ok, col Wii i Pirateschi c’han sfangato le palle. Bene, detto questo rimane uno dei tasselli fondamentali del rinascimento del platform contemporaneo. A differenza di altri qui non c’è nuovo ma passato “esaustivato”. È una rilettura filologica del primo Country, dalle musiche (le fabbriche, le fabbriche!) ai barili. Però superiore in tutto. Nota: le super guide inaugurate col New Mario Wii sono pretesti per permettere platform molto più esigenti della media. Chapeau. (8)
Puzzle
Night Sky
Il Nifflas è bravo, amato e sostenuto. Ha idee buone e confeziona con firma d’autore, in questo ricorda quel mattacchione stacanovista del Fumito. A schermo è la solita bellezza ma a differenza dei Knytt qui l’idea sarebbe farci giocare e troppo scricchiola: il gameplay andava rifinito. La tastiera è la solita pena, la colonna sonora è da ripetute seghe. (6)
Pullblox
Lungo è lungo, le ore le mangia e venduto a due lire sul deserto shop del portatilino ha un suo tremendissimo perché. In un mondo inflazionato dai puzzle dice la sua. (7)
Limbo (dal 2010)
Siamo in linea coi vecchi “puzzle-platform trial & error 2d su pc” dei ’90. L’effetto è revival dei tempi andati: le morti sono Heart of Darkness tre lustri dopo. Quel filtro impastato è oggettivamente clamoroso. Attenzione però: il genere è da sempre alla canna del gas e questo se la gioca in solitaria. (7)
Portal 2
Ma che gli vuoi dire? Il gioco prende il prequel che era una cosa che s’era mai giocata e ci costruisce ore tra le più intriganti di sempre. C’è tutto quello che si può chiedere a un qualcosa che voglia mischiare piattaforme, puzzle e ambizioni da racconto. Aries, sinceramente, da un pugno di amministratori di shop online non si poteva chiedere di più. (8)
Avventure
Assassin’s Creed: Brotherhood (dal 2010)
Insulso data disk del gioco del millennio by Dario Bellic. Non so se sia peggio l’assenza di qualunque sfida, il marchio indelebile dell’Ubisoft gameplay, la scelta idiota di inserire il level design solo negli stage bonus, o il loop delle stesse insulse meccaniche degne del peggior jrpg del Perfo (bot). Rimpiango le tanto vituperate Bandaiata (J. ROSS, La mia vita, Dondake Genzo Publishing, Bangkok 2011). (4)
Fable 3 (dal 2010)
Un disastro telefonato. Il gestionale è imbarazzante e quando il gioco si fa stimolante non ci si accorge, si è alla fine. Serie da chiudere. (5)
Uncharted 3: Drake’s Deception
A parte che è un racing-shooter e non dovrebbe essere qui, ma continuano a spacciarmi il gioco del Mauz per altro quando non lo è. Tutto già detto: binario, film mediocre, autoconclusivo, inerzia. È il trionfo della grafica sulla sostanza, Vangelo degli adolescenti più o meno grandicelli di cui, va detto, il fan dei giochini è il prototipo per eccellenza. (5)
Outland
Bravi, il giochino tocca le mie corde più oneste. A vedersi una gioia, da giocarsi un discreto piacere. Prende un po’ del Castlevania, un po’ del Prince of Persia e shakera piattaforme e arma bianca. Stracolmo di esplorazione e backtracking anche se troppo di mestiere. Non ci si crede, pubblica Ubisoft. (6)
Bastion
La firma del Peppe è una storia onesta raccontata con gran garbo. Accattivante il colpo d’occhio perde la scommessa con la lunga distanza, azzoppato da un level design mediocre. Non mi stupisce sia il più celebrato dei vari dd su console, è sonaro nell’anima. (6)
The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D
Mai sentito nominare prima del mese scorso, è una delle perle sconosciute riportate alla luce da un Mark98 in versione esploratore. I remake non sono mai stati roba mia ma nel 25th non si poteva lasciare sugli scaffali la trifora edition. La grafica impiastricciata del Nintendone è ripulita, lucidata, versione Giustiziere maxed-out. Da fermi i poligoni sono bamboline in 3D. Ma in movimento dice bene lo Sky, il giochino mangia le diottrie e alla lunga fa letteralmente sanguinare gli occhi. P.S. Il water temple si finisce da solo. (7)
The Legend of Zelda: Skyward Sword
C’è poco da dire: m’ha riacceso tutto e ha confermato il ciclico “effetto Zelda” su cui l’agorà non poteva non frantumarsi. Il telecomando è da urlo e il dungeon in itinere una passione continua. Ha commosso l’Alex, ha ridefinito le priorità dello Stobb, ha dimostrato la dislessia della Rinny, ha chiuso la carriera del Jazz. Si è tutti in attesa del parere definitivo del Gheizen, dato per disperso al terzo dungeon. È la nemesi dichiarata della frangia anti-gioia “aka” Alfiotan, Apple Tantric Mania, Abed-Sharden e Starpelè. (9)
Meanwhile…
Minecraft, Dark Souls, Skyrim
Solo sfiorati ma poco amati “aka” rpg qual vetusta passione “aka” Grifo e Munba vorrei essere come voi “aka” purtroppo non c’è più il tempo per bug, craft, farm & crap. (s.v. e alla prossima vita)
Torchlight
Dopo le decine di ore di un lungo nerd-weekend primaverile non posso non appioppargli una scintillante sufficienza. (6)
Xenoblade Chronicles
Questi la fanno grossa: metabolizzano la lezione di FFXII e la portano a pieno compimento. Leggerissimo da giocare, bellissimo da esplorare, con il marchio Nintendo sui caricamenti che ha del clamoroso: inesistenti. Peccato per storia e personaggi da minorati, il solito pasticcio anime-like ormai insopportabile. Il prossimo passo da fare sarà proprio lì. (7)
seccapadelle
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