Post con tag ‘fumetto’



[E3 2011] Il giorno prima.

aries, Mercoledì 8 Giugno 2011 @ 08:14


“Odissea” nello Stagno

Esulo, Martedì 3 Agosto 2010 @ 11:35

Scrivo questo articolo per due motivi.
Il primo è che mi conviene: avevo preparato un budget-barbone di 100 euro da donare ad Aries in cambio del restyling del mio blog e, sorprendentemente (per me), Aries ha rifiutato di essere pagato e ha proposto, piuttosto (a proposito, “piuttosto” ha valore avversativo, non disgiuntivo – lo dico perché pure qui AiMargini l’ho visto usare “male”, e viste le ragioni socio-politiche dietro l’uso “cattivo” del termine mi sono sentito in dovere di specificarlo, ecco) piuttosto, dicevo, ha proposto un baratto: restyling in cambio di un articolo per AM. Visto l’atroce inizio di questo pezzo, sono sicuro che si sia già pentito della scelta.
Il secondo motivo è che AiMargini mi ha cambiato la vita.

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Gamers just wanna have fun: limiti del video-gioco

aries, Mercoledì 22 Luglio 2009 @ 11:47

“Perché nei giochi odierni non si fa altro che sparare a ogni cosa?” “C’è spazio per videogiochi non divertenti?” “I videogiochi sono arte?” “Come si è potuti arrivare a Dante’s Inferno?” . Domande come queste sono una specie di cliché, nei forum di videogiochi. Puntualmente c’è chi si schiera da una parte, chi dall’altra, c’è l’ingenuo che vuol sostenere i jrpg e il pelé che richiama all’ordine del gameplay. In sostanza non si arriva mai a una conclusione, prendendo sempre la questione da angolature ristrette e affrontandola col solo scopo di difendere, con qualche frecciatina, la propria fazione. Discussioni noiose e inutili, quindi (specie quelle riferite alla penultima domanda), nonostante l’argomento sia sentito e necessario per una corretta valutazione della scena nel suo complesso. Ecco perché vi vengo incontro con questo bigino che ha lo scopo di dare una visione d’insieme della problematica. Sarà un post altrettanto palloso e per molti ricco di banalità (che in realtà non lo sono affatto, prese nel quadro generale, o almeno non mi sembrano esserlo data la media delle discussioni di cui sopra), ma lo trovo importante e utile per essere preso come base comune.

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Pone seram, cohibe, sed quis custodiet Snyder?

Esulo, Mercoledì 18 Marzo 2009 @ 17:18

Sì può vincere una partita persa? Per quanto riguarda Zack Snyder, la risposta è sì. Watchmen sul grande schermo è una partita che non si può nemmeno sognare di vincere. In partenza. Moore ti odierà nel momento in cui accetti l’incarico. Uno stuolo di fanboy brancolanti come zombie (ops, ho toccato un altro tasto dolente?!) non aspetta altro che vedere il film, per poter dire quanto sia sbagliato. In partenza, anche questa volta. Perché l’assoluta fedeltà richiesta prima della visione può diventare ugualmente la critica più affilata alla fine dei titoli di coda. Snyder ha perso, perché ha osato mettere mano dove la mano non andava messa. Un film di Watchmen è impossibile. Da 408 pagine di graphic novel d’annata trasudano una miriade di contenuti, di situazioni di piani di lettura e di riferimenti che a fatica riescono a stare tra le pagine: in effetti, paiono nascondersi e rivelarsi con parsimonia di lettura in lettura. Proprio qui risiede la sconfitta in cui si imbarca Snyder: Watchmen funziona -con la precisione meccanica di un orologio realizzato con amore dall’artigiano- solo nel suo medium.

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