Nel paese delle creature marine. - { Curia, Delibere }
aries, Martedì 14 Dicembre 2010 @ 10:56

«Voi amate il mare, capitano?» – «Sì! l’amo! Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l’immenso deserto dove l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa». (”Ventimila leghe sotto i mari”, J. Verne)

Forzato da una ingenerosa dipartita hardware – e dall’assenza di stimoli a porvi rimedio, va detto – a cercare scampoli di ghemplé digeribile su una piattaforma storicamente inospitale per questo tipo d’esperienza, eccomi scoprire queste piccole perle in quel territorio poco definito fra sviluppatori indie, distribuzione fai-da-te e tiri abbassati che qualche volta riescono a offrire qualcosa di decente. È questo il caso di Ancient Trader, gioco strategico a turni sviluppato da 4Kids per PC e XBLA in cui il giocatore è chiamato a impersonare un capitano di una nave con cui esplorare mari e territori sconosciuti, in un mondo raffigurato attraverso una mappa nautica del 1500.

Le meccaniche sono piuttosto rodate, ma assemblate con criterio e sobrietà: partendo con un budget ridotto, il capitano deve scoprire su una mappa inizialmente oscurata da fitte nuvole l’ubicazione dei porti, sfruttando i differenti prezzi che ciascuno propone per tre tipi di beni (tè, spezie e frutti) per commerciare e guadagnare il denaro necessario a potenziale i propri armamenti e le proprie capacità propulsive, per poter affrontare mostri marini, vascelli concorrenti e, una volta acquistate tre reliquie rare disperse nei porti della mappa, conquistare per primo lo scalpo dell’Antico Guardiano marino.

Nelle battaglie, ogni contendente (nave o creatura non importa) dispone di un massimo di tre attacchi potenziabili, raffigurati mediante delle carte, per avere la meglio sul nemico e potersi impossessare del bottino avversario: giocando una carta per volta, vince quella col valore più alto, considerando il malus e il bonus verso le altre due tipologie di carta, per una sorta di morra cinese mischiata a del leggero “level-up”. È un sistema semplice che si dimostra piuttosto efficace e propone della strategia nelle occasioni in cui non si ha totale vantaggio o svantaggio, ma che nei pareggi si affida a scelte arbitrarie della CPU (evitando di penalizzare troppo il giocatore, comunque).

Le mappe sono di 3 diverse scale e su 3 livelli di difficoltà, con la possibilità di generarne di casuali per ciascuna combinazione e anche di affrontare online altri giocatori. È chiaramente un gioco di proporzioni ridotte, che può durarvi qualche serata per un costo di 7.50€ presso il sito ufficiale –niente mac, per ora, anche se l’autore, contattato dal sottoscritto, parla di una prossima versione iPad–, da cui è possibile anche scaricare una demo, sfondi del desktop e la colonna sonora (discreta ma non eccelsa, forse l’unico punto debole dell’estetica assieme al menù iniziale), ma che per compattezza, fantasia e divertimento immediato merita senza dubbio i soldi che spendereste altrimenti con vaccate inumane. Ci sarebbe anche una modalità multigiocatore, sulla cui qualità non posso assicurare nulla per palese pigrizia e disinteresse.

L’immersività e la coerenza della proposta atmosferica sono il punto chiave della produzione e ciò che la fa spiccare rispetto ad una concorrenza votata alla mediocrità: dai capitani alle texture della carta nautica, dai vascelli al Kraken, tutto è disegnato con grazia e talento, facendovi assaporare il gusto di spezie esotiche, l’odore dell’inchiostro sulle pergamene in pelle e della polvere sugli scaffali colmi di libri scritti a mano, e giustificando anche da soli le ore (e le due lire) spese in un gioco che, nei suoi limiti e confini disegnati a mano, può darvi più di anni di prodotti “tripla A” dal tiro nullo.


1 commento a “Nel paese delle creature marine.”

Lascia un commento

Devi accedere come redattore per lasciare un commento.