Archivio della categoria ‘Il mondo da un oblò’



…e ora qualcosa di completamente diverso

mauz, Martedì 2 Settembre 2008 @ 15:00

Il titolo, oltre ad essere un evidente citazione, serve per identificare e categorizzare dove e quando nella mia inutile rubrica, parlerò di qualcosa di non attinente (o comunque non molto attinente) ai videogiochi. Avrei voluto partire con un altro articolo, che ho quasi pronto, ma l’occasione era ghiotta, per cui, eccoci qua:

Il panda che ci salva dall’estinzione

Suppongo sia l’idea forte alla base del nuovo film (e enorme successo commerciale) Dreamworks, Kung Fu Panda. Film che -diciamolo subito- è carino, a tratti divertente (e tecnologicamente spettacolare[1]), ma come film vero e proprio, poco più che mediocre. Anche se io lo ricorderò comunque con piacere perchè è stata la prima sortita cinematografica di mia figlia, di cui è stata felicissima (anche se adesso “voglio anche io una tivvù grossa come quella del cimena“).

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Vi presento il Coimbra

LPf, Lunedì 1 Settembre 2008 @ 20:42

Io, la montagna nel cuore, cantava Guccini. Niente è più mio, intimo, di quella montagna, la colonica dov’è nato mio padre, il bosco di castagni, il sassone nel fiume con sopra inciso Pisaneschi, 1827. Eppure tutte le volte che passo davanti a quella che era casa del Coimbra, dove oggi sorge un lussuoso agriturismo per olandesi spendaccioni, mi si spezza letteralmente il cuore, mi si spacca, divide, dimezza. L’intento sarebbe quello di voltarsi dall’altra parte, andare oltre, quando va sempre tutto a puttane…

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L’ombra del Giustiziere

THE REAL GIUSTIZIERE, Domenica 31 Agosto 2008 @ 01:23

Dentro la Tower of Doom, perennemente in fascia enthusiast, combatto ogni giorno contro devastanti funari. Le funari, lo avrete capito, son roba seria: con una di livello 3 (il massimo è 5) lo scorso inverno ho cambiato quattro tv in 2 mesi. A Gennaio per contenere una big one ( livello 5) son dovuto ricorrere agli psicofarmaci. Resto in attesa della prossima prevista per la fine di Settembre

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Hadoken!

aries, Venerdì 29 Agosto 2008 @ 00:39

Forse sto peccando di presunzione.
Dopo una sorta di Manifesto del Pensiero Arioso e una cromo/retrospettiva su mamma Sega, ora mi accingo a raccontarvi la storia del più bel gioco di tutti i tempi, vissuta in prima persona, con la visuale in soggettiva. Eppure sento che devo farlo, perché è giusto partire dai fondamentali, perché non ha senso parlar di cose minori se non si è ancora affrontato il nodo di ogni questione.

Signore e signori, ecco a voi la storia di Street Fighter.

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Nuovo di nuovo: dall’indie game alla pixel art. Prospettiva della retroestetica.

mauz, Giovedì 28 Agosto 2008 @ 19:10

Il mio vecchio maestro cinese diceva sempre che a cominciare con un esempio si fa molto prima[1]. E allora facciamolo.

OmniLudiCon è un concept semplicissimo. Eppure incarna in sé buona parte di quello di cui voglio parlare oggi: ha uno stile retrò (MOLTO retrò), è gratuito, assolutamente cross-platform (gira sui browser) e –soprattutto- è un editor di giochi (o meglio, di minigiochi. Meglio ancora, di collezioni di minigiochi) che permette di condividere le proprie creazioni con gli altri utenti.
Insomma, non fa niente di nuovo, ma lo fa bene e lo fa in fretta, è indie ed è retro. Grazie Zaratustra Productions per avermi risolto il problema dell’apertura[2].

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Mondan ya, Elo’ *****

shinichi, Giovedì 28 Agosto 2008 @ 16:33

Ragazzi, quelle cose che rimangono impresse nella mente. L’avete presenti? Non ci ridevo da mesi, poi l’ho rimessa su e son partito. Sarà old e stra-old, ma io la ributto in pista. Tanto oramai Casa Shinichi ha preso il largo, mi sfugge già dalle mani, e sarà sempre più una follia. Anzi mandatemi suggerimenti e segnalazioni a valanga e sarete pubblicati, nominati, insomma fatemi/ci ridere. Ora, rendetevi conto, questa dice il telegiornale, lancia il servizio e precisa parte la gorza con l’abbassamento delle luci. Poi cerca pure di mimare un movimento maldestro, tipo per dare la colpa al cigolio della sedia. Niente da fare, è una vera e propria seccata: lei muore -giustamente- dalle risate. Mi ha ipnotizzato, non riesco a smettere di guardarla, anche perchè questa storia ha un retroscena che mi chiama in causa direttamente.

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C’era una volta il jrpg…

Super Anto, Giovedì 28 Agosto 2008 @ 04:57

Concedetemi solo due parole d’introduzione alla rubrica, io odio leggere e mi costa una fatica immane, per cui sarò brevissimo:

-”A modo mio” di Carlo Talamo-

Questo il nome originale della rubrica, una rippata vergognosa? No, nemmeno per sogno, un tributo al grandissimo Carlo Talamo, pensatore, importatore, inventore, nonchè firma illustre del giornalismo motociclistico italiano. Definirlo scomodo è riduttivo, la sua rubrica su Inmoto aveva un riquadro in testa all’articolo col quale la redazione prendeva le distanze dalle idee e temi trattati da Carlo…praticamente un “parental advisory explicit content”, nè più, nè meno. Giornalista all’inglese, l’unico in uno squallido e patetico panorama di pecore leccaculo a esprimersi sempre in modo schietto e diretto, sempre…a modo suo.

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La genialità passa dall’XBLA.

shinichi, Mercoledì 27 Agosto 2008 @ 18:35

Un nome su tutti: Stephen Cakebread, che fra l’altro sembra il sosia di Quentin Tarantino, è stato il primo a sparare la bomba. Lo stesso Greg Canessa, capoccia di Xbox Live Arcade, lo definì il proprio Halo, KA per antonomasia. Come dargli torto: Semplice, psichedelico, geniale (con la sua mitraglietta omnidirezionale), dal sapore antico e moderno, e pure stiloso, con quel sottofondo in loop techno che cresce di pari passo alla difficoltà, per poi terminare in un climax caleidoscopico da retina sfasciata. Semplicemente geniale, Geometry Wars, ha fatto scuola.

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[LPf presenta: lo Scemo del Villaggio] Eu|fo|rì|a

Esulo, Mercoledì 27 Agosto 2008 @ 18:08

Avete presente quel classico individuo, tipicamente provinciale, che gironzola per le vie di un paesino sperduto apparentemente folle? Ma sì dai, quello che urla alle vacche, balla tra i fiori e canta alla luna. Vi ricordate il suo nome? Sì, lo chiamavate proprio cosi: lo Scemo del Villaggio. Vi siete mai soffermati e chiesti cosa provasse nel suo delirio quel piccolo uomo? Il perché di tanta serenità, di tanta apparente follia? Perché fosse cosi felice? Probabilmente non era altro che… un tipo un po’ Euforico… L’ euforia è quella sensazione di benessere, che come fa notare il De Mauro, si manifesta con vivacità, allegria e una generale tendenza all’ottimismo. Sono dell’idea però che, più di tutti, era proprio quello Scemo lì, sì quello del Villaggio, a capire più di tutti cosa volesse significare sentirsi euforici.

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Il gameplay del delirio

Darish, Mercoledì 27 Agosto 2008 @ 12:10

Quando ero piccolo, mia madre mi diceva sempre di non giocare ai videogiochi. Ma una volta, a 12 anni, l’ho fatto…

E l’ho fatta grossa.

I dottori non sapevano se il mio cervello sarebbe guarito. Io ero terrorizzato… Ero solo, in mezzo a tutti quei pixel. Schiavizzato dal mio prepotente vicino di casa, andavo a fargli la spesa solo per vedere i risultati di qualche oscuro giochino programmato in Basic, un pomeriggio di battute per vedere un quadrato fluttuare nel vuoto. Tutto qui, ma c’era già gameplay…

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Nel blu dipinto di blu

aries, Mercoledì 27 Agosto 2008 @ 01:45

C’erano una volta l’ottimismo e gli anni ‘80.
C’era una volta una software house tanto goffa quanto testarda, tanto sbadata quanto appassionata.
C’era una volta un’ottimista SErvice GAmes, società giapponese dalle origini a stelle e strisce, connubio facilmente riscontrabile in qualsiasi prodotto della sua epoca d’oro: il sogno americano filtrato dallo spirito ingenuo e sognatore della creatività nipponica.

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Dal Ronny al Gianfranco, il passo è breve.

shinichi, Lunedì 25 Agosto 2008 @ 21:42

Prima che poniate i vostri quesiti leggendoci, creo questa sorta di guida per farvi partecipi del nostro folle lessico. Le ronny? Che vuol dire? Avere la Funari? Che è la Funari? Niente paura, il vostro Dott. Shinichi Funari vi chiarirà ogni dubbio.

Partiamo dalla Funari. Questa nasce ai tempi della trasmissione “Casa Funari”, in onda su Odeon qualche tempo fa, quando il mitico (pace all’anima sua) Gianfranco si presentò sdentato, capelli e barba lunga lisci alla Gandalf, un bastone, e tanti deliri, sputando e inveendo contro tutto e tutti. Vi giuro che quando lo vidi cominciai a fare un giro di telefonate che non finiva più, perchè già era “in funari” piena (così cominciate ad entare nella nostra sfera lessicale) ai tempi dei tempi, ovvero quando Guzzanti lo imitava con il salame in saccoccia, ma con quella trasformazione finale si era evoluto, da bozzolo era diventato farfalla. La Funari imperava a tal punto da fottersene delle normali creanze, in ogni senso, ed ascoltarlo era una gioia: quella sì che era una Funari totale.

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