Il titolo, oltre ad essere un evidente citazione, serve per identificare e categorizzare dove e quando nella mia inutile rubrica, parlerò di qualcosa di non attinente (o comunque non molto attinente) ai videogiochi. Avrei voluto partire con un altro articolo, che ho quasi pronto, ma l’occasione era ghiotta, per cui, eccoci qua:
Il panda che ci salva dall’estinzione
Suppongo sia l’idea forte alla base del nuovo film (e enorme successo commerciale) Dreamworks, Kung Fu Panda. Film che -diciamolo subito- è carino, a tratti divertente (e tecnologicamente spettacolare[1]), ma come film vero e proprio, poco più che mediocre. Anche se io lo ricorderò comunque con piacere perchè è stata la prima sortita cinematografica di mia figlia, di cui è stata felicissima (anche se adesso “voglio anche io una tivvù grossa come quella del cimena“).
La trama del film ricalca mille altre, la solita storia di riscatto sociale del personaggio in cui lo spettatore si può identificare, quelle della serie “chiunque può diventare un eroe, basta volerlo” e con cui ci triturano le balle dai tempi di Karate Kid (e prima, sicuramente), il che va anche bene se consideriamo che il film è orientato a una fascia di età fra l’infanzia e la pre-adolescenza.
Quelli che per me sono i grossi problemi della pellicola, non risiedono tanto nel fatto che sia banale e stereotipato, quanto in una gestione dei tempi scenici insensata. Per cui scene assolutamente ininfluenti -il cui svolgimento è spesso telefonato dal primo istante- vengono portate avanti per decine di minuti, mentre altri momenti che meriterebbero un approfondimento (o anche solo uno spazio) maggiore vengono risolti in scene che sarebbe eufemistico definire brevissime.
Un esempio su tutti: a quelli che da tutti i trailer e le presentazioni sembrerebbero essere i cinque co-protagonisti (passi il fatto che come personaggi siano tagliati con l’accetta spuntata: è una parodia dei film di genere e ci può anche stare), viene dedicato pochissimo tempo, con l’impressione generale che in qualche fase della realizzazione del film si sia deciso di tagliare buona parte delle scene che li riguardavano.
Ci sono cambi di carattere e di opinione immotivati, viene chiamato (e abbondantemente sponsorizzato il fatto) Jackie Chan a doppiare la scimma[2], e credo che non abbia più di quattro o cinque battute durante tutta la proiezione, personaggi potenzialmente interessanti come la mantide religiosa vengono sfruttati per una gag e morta lì.
L’impressione è quella di un prodotto che abbia subito ennemila tagli e modifiche in fase di sceneggiatura, montaggio e -soprattutto- revisione finale, per l’approvazione da parte di un pubblico che non si capisce se viene considerato rincoglionito dalle major, o se un po’ rincoglionito lo è davvero.
Menzione a parte merita il doppiaggio. Adesso, a me Fabio Volo sta anche simpatico come personaggio, ma non mi spiego questa mania (anzi me la spiego nella misura in cui le major italiane ci prendono per rincoglioniti ancora più di quelle USA) di utilizzare il nome noto per il doppiaggio dei prodotti che si ritengono destinati ai bambini. La lista è lunga, con picchi come il voice over di Fiorello (simpatico pure lui, perlacarità) sulla Marcia dei Pinguini di Luc Jacquet. Ricordo con orrore un’intervista nella quale Fiorello con tutta la sua buona fede diceva una cosa del tipo “Sì durante il doppiaggio avevo assoluta libertà, infatti se vedevo una scena che mi divertiva magari facevo una battuta per rendere più simpatico il film[3]“. Grazie mille.
Tornando al doppiaggio di Kung Fu Panda, io sono sempre stato un sostenitore dell’industria del doppiaggio italiano, storicamente una delle migliori al mondo, ma in questo caso (complice anche il fatto di avere incidentalmente visto uno speciale sui doppiatori originali del film proprio il giorno prima di andare al cinema), il paragone non regge proprio, le voci originali sono a un altro livello… voglio dire, Fabio Volo o Jack Black, voi chi scegliereste? Tralasciando le voci dei comprimari, una su tutte quella dell’antagonista Tai Lung, in originale interpretato da un’ispiratissimo Ian McShane, che viene appiattita completamente dal (pur onesto) doppiaggio italiano.
In ogni caso, come già detto, il film è godibile, soprattutto per uno spettatore più giovane e meno smaliziato. Le scene d’azione (per quanto in più di un’occasione fin troppo frenetiche, forse anche a causa dei tagli di cui sopra) sono fantastiche, e rischiano di lasciare al palo quelle di più blasonate e seriose produzioni, memorabile -scusate lo spoilerino- una scena di fuga da una prigione a sviluppo completamente verticale.
In conclusione, ci sarebbe da scrivere un articolo completo per andare ad indagare i motivi per cui -ad oggi- le uniche produzioni americane nel campo dell’animazione (che sia 2d o 3d) per l’infanzia che si preoccupino di considerare lo spettatore una persona intelligente, e non di mettere insieme un cut’n'paste di citazioni e gag atte solamente a farti passare un’ora e mezza dentro un cinema senza annoiarti troppo, siano quelle della Pixar, ma non è propriamente il mio campo, e soprattutto non ne ho molta voglia.
Quindi mi limito a lasciarvi con il voto che darei a questo Kung Fu Panda:
Mi sento di consigliarlo solamente agli appassionati di computer grafica (come me) o a chi ha un figlio a cui vuole fare passare un’ora e mezza dentro un cinema senza annoiarsi troppo.
Note
1. Perlomeno fino al prossimo pixar, che portarà -come sempre- un po’ più avanti gli standard.
2. Ma lo stesso può valere per gli altri doppiatori celebri.
3. Che peraltro è drammaticissimo, per quanto i pinguini possano essere considerati buffi da tutti.
Ti rifai quando esce il seguito di Madagascar. E pensa che io non avrò nemmeno la scusa della figlia e dovrò rifare la fila col più alto che mi arriva al pacco…
Tra l’altro, prima dell’inizio di KF panda c’è stato proprio il trailer di Madagascar 2, per il quale ovviamente mia figlia mi ha già precettato.