C’era una volta il jrpg… - { A modo mio }
Super Anto, Giovedì 28 Agosto 2008 @ 04:57

Concedetemi solo due parole d’introduzione alla rubrica, io odio leggere e mi costa una fatica immane, per cui sarò brevissimo:

-”A modo mio” di Carlo Talamo-

Questo il nome originale della rubrica, una rippata vergognosa? No, nemmeno per sogno, un tributo al grandissimo Carlo Talamo, pensatore, importatore, inventore, nonchè firma illustre del giornalismo motociclistico italiano. Definirlo scomodo è riduttivo, la sua rubrica su Inmoto aveva un riquadro in testa all’articolo col quale la redazione prendeva le distanze dalle idee e temi trattati da Carlo…praticamente un “parental advisory explicit content”, nè più, nè meno. Giornalista all’inglese, l’unico in uno squallido e patetico panorama di pecore leccaculo a esprimersi sempre in modo schietto e diretto, sempre…a modo suo.

Scrivendo queste poche righe, mi saltano in mente mille storie e aspetti da trattare di questo uomo grandioso, eroe fra i bikers, ma presumo assoluto sconosciuto fra voi disgraziati nerd videogiocatori che non siete altro. Purtroppo qua si parla di giochini e non di moto, fa niente, ci proverò e come Carlo adorava fare, mi toglierò qualche sassolone dalle scarpe, proponendovi la nuda e cruda verità dietro l’inaspettata ascesa del j-Rpg in occidente.

In una redazione dove l’admin ritiene Final Fantasy la miglior saga di sempre, che vede l’LPf impazzire per Lost Odissey, confortato dal calore di casa Shinici, che dopo essersi a sua volta degustato di buon grado contanto capolavoro, si intrattiene con Final Fantasy Tactics, beh, sento il bisogno immantinente di prendere le distanze.

Anni ‘90, la sala il nostro ritrovo, il nostro mondo, ci si pestava a Street Fighter, ci si sfidava ai calcini…al cesso con la rivista sulle ginocchia si sbavava sul Neo Geo, da Morgana facevano bella mostra di sè i pezzi grossi SNK, i cartellini del prezzo recitavano 250.000/350.000 lire, la console era un’entità astratta. Si giocava a pallone per giornate intere, per strada tra le macchine o nel campino del prete. Quando la squadra della città approdò in serie A, anche il basket si ritagliò il suo spazio e divenne un piacevole diversivo, di studiare non se ne parlava. La Nintendo e la Sega erano quelle vere, si organizzavano tornei di calcio balilla, l’attesa per una partita al flipper era interminabile e assieme alle prime sbronze, ci iniziò a piacere anche la fia. Capii fin da subito che non avrei mai padroneggiato completamente quest’ultimo gameplay, mentre il mio record al flipperino resisteva anno dopo anno.

In questo contesto di persone “normali”, era più facile che qualcuno si rivelasse amante di fave, che di j-Rpg. Si viveva spensierati e le nostre giornate scorrevano così, tra un tiro a canestro e un film di Spike Lee.

Macinavamo riviste di videogiochi, praticamente tutte, la prassi era sempre la stessa: bave sulla roba Neo Geo, lente d’ingrandimento sulle comparative Supernes/Megadrive, lettura della posta e infine occhiata svogliata sul microscopico box dedicato alle porcate only japan. Tra i vari simulatori di appuntamenti, guida di treni, pachinko, corse coi cavalli e amenità fetish d’ogni tipo, ciclicamente spuntavano due righe sul Final Fantasy di turno in sviluppo. La rivista a fine articolo rendeva puntualmente noto che per ovvi motivi gli strambi generi trattati non avrebbero mai visto la luce in occidente, tranne Final Fantasy, di cui veniva riportata in genere un previsione sulla data d’uscita, suscitando spesso ilarità:

“ahahaha ma questo qua esce davvero?!? e chi cazzo lo compra?!?”

“boh, forse Claudino…ahahahaha”

Già, Claudino…strano ragazzo…a pallone veniva relegato sempre in porta o addirittura a far l’arbitro, ma di solito se ne stava chiuso in casa ad assemblare folli puzzle da un milione di micro pezzi, a scuola tutti 10, nutro tuttora forti dubbi sulla sua eterosessualità.

Insomma i j-Rpg tra i “normali” non erano proprio contemplati, almeno fino al giorno in cui Super console passò al lato oscuro. Quei minuscoli box divennero pagine intere, si iniziava a parlare di Final Fantasy VII come opera immane, di imprescindibile capolavoro, di miglior videogioco di tutti i tempi… non credevamo ai nostri occhi, una saga che trovavi nel trafiletto assieme a Densha de go, veniva ora spacciata come l’anno zero dei videogiochi. Solo una cosa deve essere ben chiara, impartire ordini da un menù a tendina a un gruppetto di mangosi coi capelli a casco di banane, per noi “normali” non era giocare, non lo è mai stato, non lo sarà mai.

L’onda lunga del successo PSX nobilita a livelli impensabili il dannato genere, tanto che all’alba del nuovo millennio ti capita di leggere pischelli snob intollerabili che impartiscono lezioni di j-Rpg dall’alto della loro esperienza, parlando saccenti di combat system, di trame, sceneggiature, chara design…roba che ti uccide dentro. Si è provato a fermarli, ma niente, si viene bollati come lamer, troll o peggio, la situazione sfugge ben presto di mano, è finita, è un golpe in piena regola…il j-Rpg è definitivamente imprescindibile, genere che fa da spartiacque tra giocatori veri e occasionali. Claudino esce di casa senza complessi con un tango sotto braccio e pretende arrogante un posto da trequartista nella partitella giornaliera…

Avevamo decisamente sottovalutato la potenza di Playstation.

In questo scenario post disastro nucleare, pensavo che toccato il fondo si potesse solo risalire, ma al peggio non c’è mai fine. Un vecchio amico, ai tempi decisamente “normale”, parte per la tangente e si rende protagonista di un clamoroso outing: dichiara di aver sempre adorato quelle porcate, di essersele sparate in vena tutte quante e giura eterno amore al Saka (e alla fava). Ora se da un lato la sua eterosessualità non mi ha mai convinto fino in fondo, dall’altro mai e poi mai avrei immaginato un giorno di trovarlo ricurvo su un dondolo con copertina di flanella sulle gambe a giocare avido Lost Odissey blaterando frasi sconnesse. Lo definisce l’anti Zelda, ma non nel senso della cosa più lontana da Zelda, no no, proprio lo Zelda-killer, insomma va a sfidare il capolavoro Nintendo e gli fa lo scalpo (!!!). La situazione non accenna a migliorare, credo abbia giocato anche Blue Dragon e di sicuro Eternal Sonarata…son cose che ti segnano, roba che ti resta addosso.

Unico sopravvissuto, gravemente ferito, ma mai sconfitto, combatterò per sempre la mia guerra senza campo contro i j-Rpg di ogni forma e tipo, finchè la peste del nuovo millennio non sarà definitivamente debellata. Intanto memore del disastro passato, tengo in quarantena virus ugualmente dannosi come Rpg occidentali e Mmorpg.

Un’ultima parola a voi esperti di trame, chara-design e caschi di banane…

Che Dio vi perdoni.

Quasi dimenticavo, Carlo non c’è più, un incidente in sella alla sua Triumph…tutti lo ricorderemo per la sua grande passione per la moto e l’odio per il banale.

Ciao Carlo


4 commenti a “C’era una volta il jrpg…”

  1. shinichi

    Hahahahaha bellissima rubrica, ed ottimo esordio. Condivido in tutto e per tutto, tranne il mio amore per LO. Io non volevo nemmeno toccarlo, son stato costretto dall’LPf. Risultato, giunto al secondo, invincibile, mostrillo, ho resettato. Un oretta scarsa di gioco. Palle fumanti. D’altronde cosa vuoi aspettarti da uno che ha sul groppone dieci minuti scarsi a FFVII, come trascorsi Jrpiggiari. Hai sbagliato bersaglio. Concentrati su LPF (F come Funari), che dopo le sue innumerevoli invettive contro quel genere da nanoidi storpi, si è lanciato con sommo gaudio tra le braccia del “boxarissimo” LO. Caro Baraldi, al campino, io, non stavo certo fra i pali. Per quanto riguarda FFTA, il discorso è ben diverso. Quello è uno strategico puro, ed io son sempre impazzito per questo genere di giochi, in ogni loro forma, e sin dai tempi del mitico scatolato risiko.

  2. mauZ

    Devo quotare Shinici: gli strategici giappi sono l’unica variante tollerabile del j-rpg, soprattutto perchè danno senso (e dignità) alle fasi di battaglia.
    Col tempo hanno iniziato a rompermi il cazzo anche loro, ma ricordo con molto piacere gli Ogre Battle e il primo Tactics su psx.

  3. aries

    Sì ma i personaggini coi capelli a casco di banana e i comandi impartiti via menù ci sono anche in FFTA e Tactics Ogre ;)
    Condivido gran parte dell’opinione del Super Baraldi, la stragrande maggioranza dei jrpg sono merde assolute e anche fra i cosiddetti big vi sono delle discrete porcate. Soprattutto è insensato relegare agli esperti di jrpg il giudizio sugli stessi: sono figure altamente standardizzate (anime ridicoli, colonne sonore e problemi relazionali) che non ci hanno mai capito una fava di ’ste cose.
    Le lacune sono gravi ed evidenti: un sistema di gioco imperniato sulla perdita di tempo per far sentire “arrivati” e “potenti” gli individui di cui sopra, trame ridicole per lo stesso motivo, inconsistenza delle meccaniche di gioco. Ci sono però dei punti a favore, ovvero una attenzione per l’ambientazione e il contesto di gioco che pochissimi altri generi possono permettersi. E la lunghezza dell’avventura facilita il coinvolgimento nel mondo rappresentato (un po’ come avviene nei telefilm lunghi 10 stagioni rispetto ai film di 2 ore). Per i personaggini c’è da fare i conti con le mode nipponiche, che più passa il tempo più sfociano nel ridicolo, e qualche personaggio imbarazzante è da mettere sempre in conto, ma non credo siano tanto peggio delle loro controparti occidentali, saran merde ma almeno son disegnate bene, di certo meglio dei burattini stile Rhapsody of Fire made in Bethesda (o Zuxxez) o dei tamarroni Epic. Ma, e l’ho sempre detto e ci tengo a dirlo, il jrpg per trovare una sua dignità deve imparare a distinguere fra ciò che sa fare bene (rappresentare) e ciò che fa male. Deve dare un taglio netto e fottersene degli otakuini che godono nel perdere 100 pomeriggi della loro vita per bullarsi con gli amici e su youtube della Sacra spada de foco DarkLordSSJ4.
    Fosse per me sarebbero tutti col salto sulla X, le combo d’attacco con triangolo e quadrato e le magie sui dorsali.

  4. LPf

    Beh, è verissimo che Final Fantasy (dalle nostre parti) fu un’invenzione di Sony (su PSX) perché prima nemmeno venivano recensiti, giusto un trafiletto per dire che era uscito o in uscita il nuovo episodio e che in Giappone avrebbe spaccato tutto; ma non solo la stampa italica, pure a Edge sfuggivano… Square fu sdoganata solo con Secret of Mana alle masse, che tutto era tranne un jrpg. Ci volle Chrono Trigger per mettere l’80% abbondante dell’utenza dell’epoca davanti a un jrpg nudo e crudo ma era il ‘95, con Saturn e PSX fuori da un anno suonato e Super Mario 64 ormai imminente…

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