No, non è una ronny, COTY è l’acronimo di Crap of the Year, la classifica delle peggiori merde in circolazione. Inizio del nuovo anno. Presumibilmente sarete indaffarati con gli ultimi ritocchi alle vostre pietose liste dei migliori giochi del 2009, migliaia e migliaia di inutili caratteri, che sarebbero stati certamente spesi meglio in una chat room con una milf.
Solo alcune avvertenze per darvi gli strumenti per interpretare al meglio quello che state per leggere, ovvero “the truth”: Nella lista ovviamente non troverete titoli ritenuti sterco all’unanimità, troppo facile, per entrare nei COTY bisogna avere una media voto prossima o superiore al 90%, un gioco orrendo spacciato per capolavoro insomma…
Bayonetta è più del mio personalissimo, semplicistico Game Of The Year, Bayonetta è il gioco-evento, un concetto le cui tracce si perdono negli abissi della memoria; è il classico inatteso che sbuca col piede a martello dal guazzabuglio cinese, stendendo un intero genere, disintegrando e ricostruendone le basi - senza scordarsi per un solo istante di riderci su…
L’ho sempre invidiato alla console Microsoft, mai celando questo sentimento e il conseguente fremito nel lato oscuro della Forza, riuscendo poi a seppellirlo a seguito di impressioni sempre meno entusiastiche col passare del tempo e di un breve hands-on non molto convincente. Una serie di congiunzioni astrali – un iMac sufficientemente performante, qualche giorno libero nel periodo natalizio, un’offerta di Steam ai limiti del senso di colpa – mi ha finalmente permesso di recuperare Mass Effect, colmando forse l’unica lacuna che sentivo in questa generazione tutt’altro che esaltante, e potendo finalmente condividere le riflessioni scaturite con il popolo di AiMargini, anche in vista dell’imminente seguito.
Il “fai finta di niente e massacra tutto quello che si muove basta che non siano tre civili di fila” ha compiuto un nuovo esaltante passo verso il free roaming action.
Secoli sono passati da quando GTA, da brillante arcade a volo d’uccello, è stato trasformato prima in uno stilicidio scassone, poi in un quasi gioco, poi in un sandbox per truzzi e infine nuovamente in un quasi gioco. E quell’omino rigido paragonato con Altair già correva a nascondersi. Perché Altair poteva sfruttare il mondo circostante. Non era una Doroty obbligata a seguire la via dorata, anche se infine destinato ad un solo e unico Kansas. Ma Ezio….Ezio è un’altra cosa. Ezio non è più furbo. Ezio non può cambiare il finale. Ezio non è superman. Ezio ha una sola cosa in più dalla sua parte. Un contesto intorno.
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È possibile, a 2009 inoltrato, essere presi totalmente alla sprovvista da un gioco? Averne letto qualcosa, averne visto il logo e qualche immagine senza provare il minimo interesse, per poi essere travolti dal divertimento una volta provato?
Sicuramente sì, è esattamente quello che è successo a me con Borderlands. L’avevo snobbato al momento dell’uscita senza prenderlo in considerazione, senza aver neanche un’idea precisa di cosa il gioco proponesse. Dalle immagini sembrava solo l’ennesimo sparatutto dall’ambientazione post-nucleare ed una grafica cartoonesca per ergersi dalla massa. No, grazie.
Il più grande detective del mondo è ovviamente lui, Batman, o semplicemente “detective” come lo chiama uno dei suoi più acerrimi nemici.
Un gioco sui supereroi è sempre un’incognita per un amante di questo fantastico mondo, non si sa mai se l’amore per il personaggio e il suo universo offuscherà la nostra capacità di giudizio, e ritrovare nel gioco figure conosciute e amate o odiate può emozionare al punto di farci tollerare lacune evidenti nel sistema di gioco.
Per fortuna questo non è il caso di Batman: Arkham Asylum. Il gioco è un’avventura abbastanza classica con fasi di combattimento, fasi stealth e di risoluzione di enigmi, ma tutto è curato nei minimi particolari.
Iniziamo: Sony Merda!
Io, primo fra tutti, ho sempre negato che potesse esistere questa supposta superiorità della console Sony, eppure è uscito un gioco che ha fatto vacillare la mia fede, le certezze non sono più le stesse, e forse il drugo tra una panzana e l’altra ci aveva preso.
È uscito Uncharted 2,se ne parla in tutti i forum, fioccano votoni, e io darò il mio voto e, soprattutto, il mio commento, nella speranza di rendere partecipe la comunità di Ai Margini su cosa è e cosa non è questo gioco.
Il termine indie è definito nel nerdizionario come quell’ambiente lontano dall’ipertrofia sanguinolenta e dalla ricerca del fotorealismo (il Santo Graal dei giochi elettronici, “ma chi lo vuole?”), caratterizzato dalla ricerca di strade nuove da percorrere nell’ambito entertainment videoludico, i cui prodotti sono spesso il frutto di una lavorazione dai costi contenuti, editi da team emergenti, ma armati di tanta fantasia e tanta, tanta passsione.
Primo classificato per l’eccellenza artistica all’Indipendent Game Festival, Machinarium è il primo gioco di una certa portata per i cechi sviluppatori di Amanita Design. Jakub Dvorsky, fondatore del team, è un inguaribile nostalgico delle care vecchie avventure punta-e-clicca e lo si può intuire provando i suoi precedenti lavori.
No, non sono i Negramaro e neanche Modugno, è l’inno musicale di Kanye West che introduce l’Nba nelle case di tutti noi. La sua presenza dentro Nba 2k10 suona come un colpo tremendamente basso per gli hardcore del canestro, o una apocalittica dichiarazione d’intenti: sta arrivando il basket videoludico definitivo. Questa è la frase che si ripete continuamente il nostro campione dal cuore malato, il ring/parquet/salotto lo aspetta, può esistere solo lo showtime, a qualsiasi prezzo. And it’s amazing…
Spoiler Free.
NdAries: Potete trovare Metal Gear Solid: Philanthropy, liberamente scaricabile in alta risoluzione e con sottotitoli in italiano, all’indirizzo www.mgs-philanthropy.net.
Metal Gear Solid: Philanthropy è un film no-profit realizzato da Hive Division e basato sui videogiochi di Hideo Kojima e Konami.
I ragazzi sono italiani, lo sforzo è titanico, e qua AM si apprezza chi ci mette la passione ; )
Cari tutti,
sembra che non sia passato nemmeno un anno, infatti sembra ne siano passati tre o quattro, da quando la piazzata dell’Anto su Multiplayer, fra moderatori improvvisati, una console war che non aveva più nulla da dire, pernacchiette e lingue di menelik, ci fece scattare la molla per dar vita ad uno spazio tutto nostro, anzi vostro, uno spazio all’interno del quale poter parlare come cazzo ci pare, di cosa ci pare. Dare voce solo al gotha del citizen journalism, il nostro impegno, dotarsi di rivoluzionari, geniali strumenti di moderazione, parlare di videogiochi, finalmente, solo fra gente che ne capisce, per come ne capisce, per come vuol parlarne. Non era però nostra intenzione dar vita ad un gigante capace di imporsi come voce leader di un settore che potrebbe essere considerato il vero nervo scoperto dell’informazione - non solo italiana, quanto mondiale - ma quando ti lanci in queste imprese sai quando parti mai dove arrivi.