Tour guidato di Pandora - { Curia, Delibere }
Peppebar, Giovedì 7 Gennaio 2010 @ 15:01

È possibile, a 2009 inoltrato, essere presi totalmente alla sprovvista da un gioco? Averne letto qualcosa, averne visto il logo e qualche immagine senza provare il minimo interesse, per poi essere travolti dal divertimento una volta provato?
Sicuramente sì, è esattamente quello che è successo a me con Borderlands. L’avevo snobbato al momento dell’uscita senza prenderlo in considerazione, senza aver neanche un’idea precisa di cosa il gioco proponesse. Dalle immagini sembrava solo l’ennesimo sparatutto dall’ambientazione post-nucleare ed una grafica cartoonesca per ergersi dalla massa. No, grazie.


Poi il passaparola e qualche parere entusiastico mi hanno spinto a provarlo, non molto convinto in verità. Mi sono trovato catapultato in un gioco divertente, coinvolgente e a forte rischio di assuefazione, tanto che è stato impossibile per un bel po’ di tempo allontanarmi da Pandora e dalle bizzarre creature che lo popolano.
Difficile ascrivere il gioco a un genere preciso, a meno di non tirarcelo per i capelli: un po’ sparatutto, un po’ gioco di ruolo e tanto free roaming sono gli ingredienti principali miscelati sapientemente dai Gearbox.
L’introduzione è già indicativa dell’aria ironica e scanzonata che si respira in Borderlands, con uno skag (razza di cani mutanti tipica di Pandora) investito e fatto a pezzi dall’autobus su cui viaggiano i quattro avventurieri. Il cel-shading – insolito per uno sparatutto “serio”, ma che qui calza come un guanto–, i dialoghi esilaranti e le esclamazioni dei personaggi sono altri indizi di quanto il gioco non si prenda sul serio. Dopo la simpatica introduzione l’autobus farà tappa nella città di Fyrestone e bisognerà scegliere il personaggio con il quale si andrà alla ricerca della Cripta, leggendario rifugio alieno colmo di armi e tesori. In questa sede arriva il primo assaggio di GDR: la scelta è fra quattro personaggi, ognuno con le proprie abilità uniche. Qualcuno è più adatto all’esplorazione solitaria, con abilità che riflettono questo aspetto, qualcun altro ha doti più utili in gruppo, e così via. In ogni caso il divertimento è assicurato con ognuno di loro e tutti hanno abilità che vale la pena provare, assicurando così al gioco una vita molto lunga.

Borderlands si presenta con una visuale da sparatutto in prima persona, con i classici indicatori di armi equipaggiate e direzione da cui proviene un attacco. Diversamente da un FPS normale, compare una barra dell’esperienza e un inventario estrememente ampio, oltre ad un riepilogo delle missioni compiute e quelle ancora da svolgere.
L’inventario così spazioso è necessario per riporvi soprattutto l’infinità di armi che è possibile trovare in giro per Pandora: pistole, mitragliatrici, fucili a pompa, fucili da cecchino, ognuna con caratteristiche diverse e più o meno adatta al personaggio principale, anche se tutte le armi possono essere utilizzate da chiunque, con la penalità di non poterle sfruttare al massimo se non appartengono alla classe scelta. La maggior parte del divertimento sta nel trovare e provare armi sempre più potenti, in un circolo vizioso dal quale sarà difficile staccarsi, come ben sanno i giocatori di GDR d’azione.

Certo il gioco annoierebbe presto se offrisse solo questo. A tenere alto l’interesse ci sono l’elevato numero di missioni, i nemici ispirati, la vastità del mondo da esplorare e la bellezza delle locazioni, cha spaziano da città desertiche a grotte sotterranee ad aspre zone montagnose, tutte caratterizzate da un superbo aspetto grafico. Il piatto forte però sono gli scontri a fuoco. Vedere l’effetto delle armi incendiarie o corrosive sui nemici, magari mentre si combatte in compagnia di altre persone con abilità complementari dà molta soddisfazione. Il gioco offre anche la possibilità di scorrazzare per Pandora a bordo di uno strano veicolo, assolutamente necessario per spostarsi velocemente attraverso il mondo desertico. I nemici che ostacoleranno la ricerca della Cripta sono molteplici e tutti caratterizzati splendidamente, dai già citati skag a strani mutanti con  vocine stridule o ai letali soldati, pesantemente armati. I boss da affrontare sono in sintonia con lo spirito del gioco, esilaranti e spesso con attacchi bislacchi ma sempre pericolosissimi.

Borderlands è uno dei giochi migliori dell’anno, nonostante sia uscito un pò in sordina. La sua miscela di sparatutto, GDR ed esplorazione, unita all’esorbitante quantità di armi, scudi e abilità da provare, lo rendono un’esperienza divertentissima e di cui non ci si stanca molto presto. Da non sottovalutare la possibilità di affrontare la campagna principale in compagnia di altre persone, finalmente parte integrante del gioco e non semplice riempitivo, come ormai succede troppo spesso.


Lascia un commento

Devi accedere come redattore per lasciare un commento.