ginko
, Sabato 15 Novembre 2008 @ 15:13
Non è una recensione, le recensioni, e qua concordo con altri della scuola analitico videoludica italiana, devono attenersi a una comprensibilità estremamente elevata, tanto da risultare consigli espansi più che giudizi. Le recensioni sono un servizio, utile anche se da interpretare e limare. Questo è un pensiero, senza voto e senza lima, che ha preso una strada scarsamente comprensibile ma che ritengo più adatta ai margini, adatta per mostrare i moti di un’idea che si forma su altre idee a loro volta generate da prodotti nati dalla concertazione operativa delle idee di più esseri umani, vincolati a un progetto che come accadimento nasce e si forma in un determinato ma coincidenziale lasso di tempo.
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Esulo
, Lunedì 3 Novembre 2008 @ 11:22
Torna a voi Italia7. Per seguire il filo conduttore dei film che hanno ispirato i grandi Tarantino e Rodriguez, questa settimana parliamo di Incubo Sulla Città Contaminata, film del 1980 prodotto da uno dei maestri degli Italia 7, Umberto Lenzi; tuttora in vita il caro Umberto ci ha regalato, oltre al soggetto del nostro articolo, perle del calibro di Cannibal Ferox, la Casa 3, Il Paese del Sesso Selvaggio e Mangiati Vivi (che troveranno i loro spazi nei prossimi articoli dedicati ai Cannibal movie). Questo film oggettivamente è un ottimo Italia7 carico di spunti interessanti: primo fra tutti la presenza dei contaminati, una specie di zombie non lenti e impacciati, ma agili e dotati di una forza sovrumana (tema ripreso o rippata clamorosa - che dir si voglia - anche in Io Sono Leggenda e 28 Giorni Dopo).
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ginko
, Mercoledì 29 Ottobre 2008 @ 16:45
Interpreti del mondo. Aspiranti giornalisti, recensori, pubblicisti, iscritti all’ordine, veterani, opinionisti e galli da talk show. Alcuni promossi ad honorem, altri costretti a pagarsi da soli uno stipendio per entrare nell’ordine, qualcuno costretto dall’audience a cambiare opinione più velocemente dei politici a cui dovrebbero dare voce. Interpreti dicevo. E’ questa infatti la definizione allargata di un’attività indecifrabile, definizione che compare qua e la in autoproposizioni, manifesti dell’ordine e che persino la legge, in una certa misura, ha accettato. In effetti, se etica e coscienza critica fossero valori prevalenti, potrebbero essere proprio questo. Interpreti. Le voci narranti che dispiegano una realtà relativa di interesse pubblico. Soggetti che pubblicano. Pubblicisti insomma, nella forma più disinteressata e lontana dal giornalismo odierno che è strutturazione di pubblicisti, snaturazione di pubblicazione. Una forma che accetta blogger, redattori, sociologi, scienziati come soggetti informati informanti. Una forma che dovrebbe svincolarsi dalla fornitura meccanica di infomazioni sotto forma di ANSA, REUTER, copie promozionali e press tour. Fattori fondamentali dell’informazione pubblica e pubblicitaria ma che dovrebbero essere semplici tasselli di un quadro in grado di porre le informazioni al centro del dibattito e non far dipendere il dibattito dalle sole informazioni strutturate.
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Esulo
, Lunedì 20 Ottobre 2008 @ 15:33
Dopo una lunga attesa finalmente apre la rubrica sui famigerati Italia 7. Cosa sono gli Italia 7? Sostanzialmente B-Movie, pellicole low budget con exploitation a manetta, per la maggior parte italiani (ispiratori, spesso e volentieri, della coppia Tarantino/Rodriguez amanti dichiarati degli Italia7) che negli anni ‘90 venivano trasmessi a nastro in prima e seconda serata dalla grandiosa emittente. Poco resta di quella gloriosa rete, fino ad un decennio fa a carattere nazionale oggi è visibile solo in alcune regioni, Toscana fondamentalmente, alto Lazio, gran parte della Liguria e poco altro, ma il suo lascito ha un valore inestimabile. Il nostro compito sarà quello di provare a stimarlo.
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Darish
, Sabato 18 Ottobre 2008 @ 12:27
Alla ricerca della purezza perduta. Questo l’incipit di oggi dettato dal mio fido Euclide. E il candidato ideale è un vero superstite, come la sua più nota creatura. Hans Reudi Giger, classe 40, il visionario creatore di Alien, con la sua personalissima visione di sesso, metallo e morte.
Ispirato dai biomeccanoidi del suo Necronomicon, quello che poi diventerà genericamente “Alien” è un concentrato di genio oscuro che le major non potevano fare a meno di capitalizzare. Già era capitato con il gruppo musicale Emerson Lake & Palmer, che commissionò all’artista la copertina dell’album Brain Salad Surgery. Ma era solo l’inizio. Presto arrivò 20th Century Fox e soprattutto Ridley Scott, in un periodo fuori controllo, che decise il destino di quella creatura. Continua »
aries
, Venerdì 10 Ottobre 2008 @ 21:53
E’ finito il Tokyo Game Show. O meglio, oggi l’hanno aperto al pubblico, ma - presumibilmente - tutte le cartucce sono state già sparate. A questo seguiranno sicuramente articoli più approfonditi, magari dei nostri temerari corrispondenti dal Giappone (sempre che riescano a trovare degli yen avanzati per il biglietto del ritorno in aeroporto). E che c’è da dire? Che, oltre ai mercati finanziari, anche quello videoludico è in crisi, soprattutto quello nipponico. No ok i giochi son tanti, alcuni molto grossi, i costi di sviluppo, blablabla, ma parliamoci chiaro: nulla di nuovo, tranne che merda. Mi scuso per l’inelegante vocabolo, ma non se ne può fare a meno.
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ginko
, Mercoledì 1 Ottobre 2008 @ 16:21
Fumare e videogiocare, una piaga. Monitor gialli, dita ustionate, frag ingiusti e bestemmie tossite a denti stretti, col terrore che quella cazzo di cicca buchi il pantalone della tuta, frigga la carne e continui la sua strada come l’acido di Alien fino al divano da diciassettemila euro acquistato per poter giocare diciotto ore al giorno senza finire in un letto d’ospedale. L’alternativa è fumare fuori dalla finestra lasciando la gente appesa con l’arrosto fuori portata e le narici gonfie di aroma. E lì piovono merendine. La gente fa un salto in cucina per riempire il vuoto operativo e ingurgita qualcosa che un normale bipede smaltirebbe in una mezzoretta ma per un videogiocatore è un peso eterno, qualcosa che nemmeno i divani in pelle di giaguaro potranno mai consumare.
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Esulo
, Mercoledì 1 Ottobre 2008 @ 12:45
“Un classico e’ un libro che prima ancora di essere finito ti dice quello che deve dire”
Italo Calvino.
Nel 1987, la Squaresoft è sulla via del fallimento quando Hironobu Sakaguchi decide di creare il suo primo Rpg e probabilmente l’ultimo ad essere pubblicato dalla software house giapponese, Final Fantasy. Il seguito lo conoscono tutti: il titolo fu un successo inaspettato di pubblico e critica e fece da trampolino di lancio alla società che, fino ai giorni nostri, ha tratto enorme giovamento dalla serie, con più di 50 milioni di copie vendute nel mondo.
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Darish
, Mercoledì 1 Ottobre 2008 @ 12:21
Si chiama Lola corre. 1998. La vita come un videogioco. Questo l’incipit dell’opera prima del regista tedesco Tom Tykwer. Un piccolo film che è diventato cult, e che quindi merita un posto d’onore nell’Omega Zone. L’intuizione è tutt’altro che superficiale, e ben poco esplorata. Rendere il gameplay assoluto protagonista di una storia, attraverso un simbolo forte, vitale, colorato. Un’eroina. La scatenata Franka Potente e la sua chioma incandescente corrono per un’ora e mezza, nel tentativo di cambiare il destino. Prestazione fisica e psicologica, non è un caso se quest’attrice crucca sia entrata nella hall of fame delle fantasie maschili underground. Non un’Angelina Jolie che fa Lara Croft. Roba da educande. Ma un personaggio nuovo di pacca che non sfigurerebbe in nessuna interpretazione ludica. E farebbe la gioia del marketing.
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Darish
, Martedì 30 Settembre 2008 @ 13:48
“Che bambini!”, mormorava il Tyler Durden di Fight Club, assistendo a una scena di cui era il diretto responsabile. Perché tutto sommato, dopo aver raso al suolo i banchi di credito della città, quello che rimane è un genuino, candido, spirito bambinesco. Niente scopo, è solo voglia di far qualcosa di distruttivo, ma che sia specialmente a carico di un apparato che in qualche modo ci soffoca. La domanda non è “perchè?”, ma piuttosto “perché no?”.
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ginko
, Mercoledì 24 Settembre 2008 @ 15:18
In questo mondo si pigia. Non si pigia alla toscana, si pigia letteralmente. Il movimento e il risultato sono sempre e invariabilmente gli stessi. Premere un pulsante genera una variabile situazionale. In soldoni per ogni pigiata, furibonda o rilassata che sia, succede qualcosa. Pigiando il pulsante di ottone dell’accrocchio Juleverniano si ottiene la gracchiante risposta della mamma che comunque non getterà mai i cinque euro per il gelato dalla finestra visto che è quasi ora di cena. Premendo i tastini di plasticaccia del terrificante telefono mille funzioni è possibile lamentarsi con la compagnia telefonica di turno perchè hanno attivato il bonus Freedom Force Communication 8 che permette di accumulare punti quando chiami i parenti esquimesi, che comunque non hanno il telefono fisso.
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aries
, Lunedì 22 Settembre 2008 @ 11:15
“Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.” (F.T. Marinetti, 1909)
WipEout non è un “gioco di corse”. Non è nemmeno un “gioco di corse alla F-Zero con le armi”. WipEout è, innanzitutto, un gioco futurista. Di conseguenza, è un gioco veloce, un gioco frenetico, un gioco dove si combatte con gli avversarsi e si sfida sé stessi. Un’esperienza adrenalinica dove ogni elemento, dalla colonna sonora all’ambientazione, dal design grafico alla fisica dell’aeronave, è espressamente progettato per comunicare modernità, velocità, dinamismo.
Prendete posto e allacciate le cinture di sicurezza: eccovi la storia di wipEout.
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