Il Paese del Gaming Ponente. - { Another Green World, Oggi ai Margini }
aries, Venerdì 10 Ottobre 2008 @ 21:53

E’ finito il Tokyo Game Show. O meglio, oggi l’hanno aperto al pubblico, ma - presumibilmente - tutte le cartucce sono state già sparate. A questo seguiranno sicuramente articoli più approfonditi, magari dei nostri temerari corrispondenti dal Giappone (sempre che riescano a trovare degli yen avanzati per il biglietto del ritorno in aeroporto). E che c’è da dire? Che, oltre ai mercati finanziari, anche quello videoludico è in crisi, soprattutto quello nipponico. No ok i giochi son tanti, alcuni molto grossi, i costi di sviluppo, blablabla, ma parliamoci chiaro: nulla di nuovo, tranne che merda. Mi scuso per l’inelegante vocabolo, ma non se ne può fare a meno.

Ovviamente la mia è un’analisi faziosa. Come (quasi) tutto ciò che scrivo qui. Ho provato a rifletterci in molti modi, mi sono preso appunti sui singoli giochi cercando di cambiare idea, ma… no, non è proprio possibile. I giappomongoli sono alla frutta. Oh, badate, io li ho sempre adorati alla follia, ma da qualche anno non sanno più che pesci pigliare, non si capisce se per loro crisi, se per inadeguatezza dei programmatori, per i soldi facili dei casual game o cos’altro. Ma ci fosse uno straccio di gioco nuovo per cui vale la pena aspettar trepidanti.

Partiamo dalle note positive. Capcom, almeno lei, qualcosina l’ha portato. C’è il solito Street Fighter 4, con le problematiche di cui ho più volte parlato su queste pagine, ma che rimane un titolo più che valido. C’è Bionic Commando, con quel feeling da beat’em-up d’altri tempi, c’è quel Monster Hunter per Wii elevato a capolavoro imprescindibile da tutti (quando i quattro episodi sonari precedenti non se li è cacati nessuno), che obiettivamente è ispirato, non fosse che non ci sarà un solo nintendaro capace di entusiasmarsi per un titolo dall’impronta così giapponese (stats, exping & collecting). Ci sarebbe anche Bio Hazard 5, non fosse che la serie non mi è mai garbata, e che comunque il gioco sembra davvero riciclato.

SquareEnix non pervenuta: beh, oddio, di roba ce n’era tanta, ma niente per cui valga la pena spendere due parole. Dissidia? Last Remnant? Sì, OK, via… Di FFXIII, almeno finora, s’è visto poco o nulla. I sonari appassionati di jrpg dovrebbero ingannare l’attesa con White Knight Chronicles e Tales of… fortunatamente non rientro nella categoria.

Poi vabbé, s’è già visto tutto, però confermo le buone parole spese per Prince of Persia, visivamente appagante nonostante il taglio fiabesco da blockbuster Disney natalizio. Yakuza 3 - presentato con il trailer più noioso della storia delle fiere videoludiche - si conferma promettente e plasticoso, e sembra far respirare un bel clima giapponese al giocatore (distratto però dalla terribile animazione della corsa). Sul gioco… è la stessa cosa di sempre.

Il problema, qua, sono le novità. Fanno tutte irrimediabilmente schifo. Ma cos’è Demon Souls, via, ma si sta scherzando? E di Ninja Blade vogliamo parlarne? Come se di Ninja Gaiden non ci bastassero le porcate già uscite. Maglia nera a Quantum Theory da Tecmo, veramente uno dei giochi più brutti mai visti sulla faccia della Terra, non si capisce cosa esista ancora a fare quello studio di incapaci. A proposito di brutture, è d’obbligo fare il nome di Bayonetta, di un pessimo gusto francamente imbarazzante. E’ stato annunciato anche il nuovo Castlevania per 360 e PS3, di cui non si è visto praticamente nulla e su cui non scommetterebbe neanche il fan più sfegatato, e un certo Edge of the Twilight, primo esempio di gioco basato sull’Unreal Engine ad uscire su PSX.

Sulle tonnellate di porcate jap per DS non mi dilungo, tanto non interessano a nessuno, come non interessano a nessuno i nuovi episodi dei big PSP, tra i quali vanno segnalati Patapon e Locoroco, giochi che per quanto mi riguarda hanno già detto quello che avevano da dire. Bombe boxare invece - di quelle che ti ribaltano le sorti di un mercato - un Tekken multipiattaforma di cui fatico a ricordare il numero da quanto è l’interesse che riesce a suscitare e Halo 3: Recon, per gli amici Halo 3,5, per gli amici intimi “voglio che ogni Natale ci sia o un GoW o un Halo ma GoW2 esce quest’anno e Halo 4 non fo in tempo a prepararlo, per cui riciclo il 3 e ci faccio due soldi aggratis“. I nintendari invece possono esultare per No More Heroes 2, sperando che venga ancora venduto assieme alla carta igienica, che ne hanno un bisogno tremendo.

Insomma, l’avete capito anche voi, il Giappone si presenta con una bandiera bianca priva del tipico sole rosso. Si arrende all’occidente, al casual gaming, a quello che volete voi. Non s’è visto Ueda, non s’è visto ZoE, non s’è visto nulla di nuovo a parte qualche cagatona, persino il NobiNobi Boy del creatore di Katamari, basandosi sul trailer rilasciato, sembra poca roba.

Pessimismo e fastidio.


2 commenti a “Il Paese del Gaming Ponente.”

  1. aries

    Commenta questo articolo nell’Agorà
    Nella discussione troverete anche link ai filmati relativi ai giochi di cui si è parlato nell’articolo.

  2. LPf

    Un TGS che non è che lo specchio di quello che succede là fuori. Da anni oramai. La laconica inadeguatezza di Sony, in larga parte, non è che lo specchio dell’inadeguatezza dei giappi, sorpassati, brasati, inadatti, obsoleti. Il film è cambiato, son cambiati gli attori, i protagonisti. Un po’ mi dispiace, un po’ no. Il baraccone va avanti seguendo altre strade…

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