Un ritorno necessario. A Tamryel. Quasi dovuto.
Un ritorno in quelle lande, che ancora oggi vale la pena percorrere e vivere, come fosse la prima volta. Anche solo una passeggiata lungo i sentieri del bosco collinare, mentre guardi la valle con la capitale imperiale che si tinge d’arancio, o tornare a bruma innevata e sedersi nella locanda a bere una pinta mentre fuori nevischia… varrebbe una serata a Tamryel. E volerlo dimenticare sarebbe un’inutile pugnalata a sè stessi.
Quando annunciarono la prima volta Oblivion ero un po’ scettico, ma allo stesso tempo curioso di vedere cosa stava tirando fuori per la ‘next-gen’ il team che aveva creato Morrowind, titolo che inspiegabilmente non mi aveva preso cosi tanto (sarà anche per quell’ambientazione che ho trovato piu ‘aliena’ che medievale). E allo stesso modo, prima ancora, Daggerfall, che era sì un gioco immenso, ma per questa sua dote a tratti molto dispersivo, con intere lande spoglie ed infinite dove correre per chilometri. Freeroaming totale, certo, ma forse anche troppo (comunque non lo ricordo cosi bene, dopotutto).
Ma Oblivion mi ha travolto positivamente. Difetti e pregi, quanti ne volete. Il design e visi dei personaggi è ad oggi uno dei piu brutti, e le ambientazioni alla fine non sono originalissime. Sono cose palesi ma… tutto ciò, ora come ora, non importa molto. E’ una regione intera, nella quale in qualsiasi punto ti trovi, vedi l’orizzonte visivo che si perde a vista d’occhio in tutte le direzioni, monti, valli, fiumi, città e santuari lontani.. che però sai di poter raggiungere quando vuoi. Una sensazione decisamente accattivante. Ma la cosa bella non è tanto la libertà, che gia conosciamo, ma il dettaglio e la caratterizzazione del tutto. Da una parte abbiamo diversi dungeon/forti/cave/ecc a tratti simili, dall’altra abbiamo però la forte sensazione di scoperta di posti in ogni angolo di quella terra, e non di spazi vuoti senza senso solo per riempire, con pura finzione, il wireframe del mondo. E’ qui il fulcro, secondo me. Era impossibile fare 60-70 dungeon o luoghi indoor tutti diversi come grafica ed impostazione, lo sanno anche i sorci. Però abbiamo di ognuno mappe diverse e quasi ovunque caratterizzazioni specifiche del luogo visitato, anche se spesso piccole. Ma è la sensazione totale del mondo che conta alla fine, anche solo il sapere che è stato programmato ogni angoletto (o quasi) ti da la forza e la voglia irrefrenabile di viverci intensamente a Tamryel. I villaggi, per esempio, possono sembrare “banali” come design, ma in realtà nascondono la vita… in una cittadina trovi il pazzo che si aggira nelle vie e che la gente deride, in un’altra ci trovi il mercante stronzo con la faccia da schiaffi che ti fa prezzi da ladro e ti prende anche in giro perché sei un povero pezzente ai suoi occhi da riccone disonesto.. fino ad arrivare al povero cristo che è impestato da sogni tremendi e che ti chiede di viverli tu stesso. Insomma, un turbinio di situazioni e personaggi che stanno realmente vivendo in quel mondo. Ed è questa una delle cose fondamentali affinchè un mondo fittizio abbia vita e respiri di vita propria. L’atmosfera e tutti quegli elementi che ti trasformano un immenso ammasso di poligoni e texture in sensazioni che puoi quasi toccare con mano.Il tutto condito con una delle piu belle ed azzeccate colonne sonore a tutt’oggi: Jeremy Soule ha creato delle melodie cosi perfette per i luoghi in cui suonano che sembra quasi le abbiano generate i luoghi stessi.
Parlando poi del vero e proprio gameplay, è davvero tanta roba. Il metodo stile “mini-game” per scassinare le porte è semplice ma estremamente azzeccato. Il ‘muoversi silenziosamente’ è affascinate. Le animazioni del protagonista e del cavallo sono poco curate ed il salto è orrendo. Il nuovo modo di trattare e rendersi amico un npg, è originale. Le magie sono tante e classiche, quella della telecinesi però fa la differenza nella massa e a quale punto anche se no ti serve la usi per alzare vasi e robe dai tavoli solo per farli volare via. Puro e semplice intrattenimento. Le Gilde e i metodi per entrarci.. è D&D sullo schermo (quel bastardo di un mago che ti da l’anello che chiede di andare sott’acqua a recuperare il suo anellino perduto che in realtà pesa 2 tonnellate e rischi di creparci là sotto, o semplicemente lo scagnozzo degli assassini che ti viene a trovare di notte perchè ha visto scorrere sangue innocente sulla tua lama e ti vuole dalla sua parte).
C’è tutto alla fine, tutto quello che si puo chiedere ad un gioco di questi tempi. E non qualcosa che ti daranno probabilmente solo tra 10 o 20 anni. Pochi giochi fanno questo effetto e, quei pochi che lo fanno, vanno giocati all’infinito. Capolavori, come quelli che c’erano un tempo e ancora ci sono, anche se ormai se ne contano veramente pochi. A Oblivion ci puoi sbraitare sopra, lo puoi affondare nella cacca per l’art design, lo puoi anche tecnicamente distruggere da ‘espertone di cavilli invisibili ad occhio umano” (sfido comunque chiunque a dire che ancora oggi anche graficamente non spacchi culi a random), ma ecco che riemergerà sempre con il suo fascino e con un bagliore che solo pochissimi hanno. Il bagliore dell’immortalità.
Con questo non voglio dire che sia il gioco piu bello del mondo, ma solo che per me deve fare parte dell’olimpo videoludico (seduto sullo scranno con a destra Dungeon Master e a sinistra Legend of Fairghail, mentre viene visto con occhio sorpreso da FF6 e Zelda Link to the Past, seduti là ormai da anni e che vedono raramente ormai, di questi tempi, arrivare in quel luogo sacro giovani leve). E deve essere provata come esperienza. A mio umile parere.
Munba De Samba
Clicca qui per commentare l’articolo sul forum
Ovviamente non concordo con nulla, è un gioco osceno a vedersi, buggatissimo, con meccaniche grezze, tagliato con l’accetta. Il mondo è tanto grosso quanto banale, ma da Bethesda non ci si aspettava niente di diverso. Sopravvalutato oltre ogni limite, si spera soltanto che qualcuno più capace di questa gentaglia colga lo spunto per il free roaming totale, davvero la sola cosa salvabile di questa porcatona.
Ottima scelta, prima o poi mi devo sparare il GOTY…
Buona analisi e concordo con molte cose dette, ma Morrowind ha un posto d’onore nel mio cuore. Questo non ce l’ha e per me rimane “solo” un figlio bruttino.