Destra, destra, sinistra, sinistra! Avanti! Indietro! Avanti, avanti, avanti… - { Curia, Delibere }
shinichi, Martedì 2 Settembre 2008 @ 19:59

Pinguinooo, piedinooo, becchinoooo, oh oh… Basta, per il titolo non mi è venuto niente di meglio. Chiedo scusa a tutti. Sto parlando di Braid, ovviamente, la perlina firmata dall’accoppiata Jonathan Blow-David Hellman. Vi dico subito: Braid è un platform quanto Portal è un FPS, e per 1200 masasaia points (MP), ovvero 15 eurini circa, vi portate a casa un gioiellino di puzzle game, farcito da rudimenti platform. Il design dei nemici è genuinamente anonimo, così come il personaggio principale, ma per il resto è una piccola perla. In ogni mondo s’introduce una meccanica diversa attorno alla quale girano i puzzle dello stesso (-in tutto- 5 più uno finale). Non è esagerato affermare che, attorno ad ognuna di queste pensate, fosse possibile piazzarci un gioco intero.

Quello che colpisce maggiormente è la realizzazione del tutto, e la cura maniacale profusa nello sviluppo delle meccaniche di gioco, dove, non vi è un solo quadro che non indirizzi il player ad un ragionamento forzato, veramente, e aiutatemi a dire -veramente-, notevole dal punto di vista della genialità più fresca e genuina. Inizio, e finisco, affrontando un argomento a me caro, almeno in questi ultimi anni da videogiocatore: la -mitica-, di consolemaniana memoria, longevità.

Ora, Braid, è sicuramente un gioco pensato per trentenni (fascia alta, per escludere l’adolescenza), e lo si evince anche dalla storiella, dai contenuti, soprattutto in riferimento alle analogie con i diversi quadri/mondi, che potremmo addirittura definire “maturi” (nel senso più blando possibile del termine). I trentenni, già, s’invecchia, bah… Questa gentaglia, di buona norma, ha un lavoro (shinichi escluso -e aggiungo purtroppo non vita natural durante-), una o più donne, e, si presuppone, una intensa vita sociale (ehhhh!). Minchiate a parte, il trentenne, se non è un coglione patentato, non passa la totalità del tempo libero sui gioini. Aggiungete a questo, il fatto che molti di questi individui sono videogiocatori di vecchia data, che non vogliono frantumarsi i meloni per cento livelli, pur geniali che siano, ma preferiscono frantumarsi in compagnia, nelle lunghe sessioni ai capisaldi del videogaming online. Molte software house se ne sono accorte -mica son sceme- ed accorciano di buon grado le esperienze in single player, salvo sbizzarrirsi, ove il genere lo permetta, in mille modalità multiplayer (dal co-op al multi live di ogni sorta). Il motivo non è solo questo, lo so, ci sono di mezzo anche i costi di produzione lievitati con la next-gen e magari altri fattori… che non c’interessano. Tutta questa tiritera per dirvi cosa? Che, secondo me, la breve durata di una produzione stile Braid, live arcade in generale, e in modo ancor più generico di qualsiasi prodotto (nei limiti della moderazione), non sia da considerarsi -”quasi mai”- un deterrente nella valutazione globale di un prodotto.

Non so se mi avete capito. In sintesi, Braid, è perfetto anche sotto questo punto di vista, perchè ogni cambio di concetto alla base del gameplay (dal rallentare il tempo alle ombre) non stanca mai, e finisce perfettamente là dove stavano per frantumarsi le bolas. La stupenda varietà dei quadri, da sola, non sarebbe bastata a fermare il deterioramento inarrestabile dei maroni. Badate, bastava qualche livello in più di brodaglia allungata per trasformare -i cosidetti- in due ova sode. Braid ha una cosa che dovrebbero avere tutti i giochi del mondo, una componente fondamentale: finisce molto prima di scassarti la minchia, senza abusare delle, seppur notevoli, capacità (Capello insegna) tecnico/tattiche alla base del giochillo. 10 e lode. Ah, dimenticavo, poi costa 15 euro, ma che volevate? C’è della roba a 69,90 da dita in gola.

No, non mi dilungherò parlando del gameplay, delle trovate di questo o quell’altro aspetto del gioco. Non voglio spoilerare, perchè sarebbe tremendo, in particolare parlando di un gioco di questa fatta. Il concetto, che poi sta alla base della mia valutazione globale (obbligatoriamente altina), è quello di “Braid come prodotto dalla longevità ottimale”. La “nostra” longevità. Ultima dritta, per quei pochi, sciagurati, che ancora non l’hanno scaricato: non guardate la demo, è fuorviante, ci sono solo due o tre puzzle stupidi.

Lista della spesa XBLA, varia e variegata:
1) Braid (single-player).
2) Castle Crashers (multi-player).
3) Galaga Legions e/o Geometry Wars 2 (funari da classifica).
4) Golf: Tee It Up! (live alla Fabiet).


4 commenti a “Destra, destra, sinistra, sinistra! Avanti! Indietro! Avanti, avanti, avanti…”

  1. aries

    Io avrei tenuto il voto un pochino più basso per via della bruttezza estetica, comunque bella rece e concordo in pieno sulla necessità di far durare un gioco il necessario e non un minuto di più.

  2. Super Anto

    Bella rece, ben scritta, scorrevole, completa e molto dettagliata…almeno per quello che ho letto.

  3. LPf

    Ma no è stato anche troppo basso, ad essere onesti sarebbe un gioco da 10 se lo guardi nell’intimo, nel nocciolo. Insomma, nella sostanza. E’ anche vero che io alla fine m’ero fracassato i maroni e se durava un quadro di meno era anche meglio; pienamente d’accordo col discorso della longevità. Anche perché troppo denso, intenso. E difficile, cazzo, se è difficile. Ma della trama non ne parliamo? No, perché ero curioso di sapere quanto m’avevano preso per il culo, visto che non ho beccato mezzo passaggio.

  4. Omega Kid

    Respect. MA non avrà i miei preziosi masasaia points!

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