The day everything became nothing - { Oggi ai Margini }
zappeo, Domenica 12 Dicembre 2010 @ 14:43

E’ venerdì, sono appena tornato a casa dall’ufficio. Mi preparo per la serata. L’inaspettato gesto di benevolenza nei confronti degli altri esseri umani (farmi la doccia) viene ricompensato realizzando che il tappetino del bagno è diventato un ecosistema post-apocalittico autocosciente. “Potevo evitare di lavarmi i piedi”, mormoro tra me e me. Appena poggiati su quel manto polveroso sono diventati simili a quelli di un qualsiasi senzadio uscito da uno spaghetti di Corbucci. Non mi curo troppo della cosa ma tiro una bestemmia per sicurezza.
Torno al pc in camera mia. Sto copiandomi su una chiavetta usb dei film per il doposerata a casa di amici. Va tutto bene, tutto è tranquillo. Sto articolando un’altra bestemmia mentre scopro un buco nei pantaloni preciso preciso a livello palle, quando succede qualcosa. Un rumore meccanico e poi il buio, seguito immediatamente dal silenzio.

Tiro un’altra dovuta bestemmia. E’ saltata la luce, e io sono in mutande, con i pantaloni in mano, l’indice infilato nel buco ad altezza palle e camera mia è un campo minato. Arranco verso il contatore calpestando cose a caso e riattivo la luce, la casa si illumina, tutto si riaccende. Tutto tranne una cosa. Stacco la spina, cambio presa, cambio cavo, tolgo la ciabatta. Mi agito. Non si accende più.
“Non può essere”.
Non perdo la calm-non è vero, la perdo volontariamente del tutto. Mi agito il triplo, stacco e riattacco cavi a caso, prendo a pugni il pavimento, penso che se la mia ragazza mi vedesse così mi lascerebbe all’istante, poi mi ricordo che non ho una ragazza e - sdraiato nella polvere, attorcigliato dai cavi, in mutande - ho anche il coraggio di chiedermi il perchè. Non c’è nulla da fare, si è spento per sempre. Cane, cane maledetto, perchè dovevi essere tu? Perchè dovevano farci questo?

Il mio catodico è deceduto.

Ormai ero l’unico rimasto a credere in lui. Eravamo derisi entrambi da tutti voi spocchiosi maledetti figli di cagna, voi e i vostri fottuti LCD, voi bestie senza sentimenti con i vostri schermi perfetti, anoressici e privi di carattere, di personalità. Consumatori, schiavi, materialisti. Nazisti. Vi allontanate sempre di più dal vostro schermo perchè lo volete sempre più grande, più grande la diagonale più lontano finisce il vostro divano, vi avvicinate solo per spegnerlo. Voi avete un prodotto, io avevo un amico.

Perchè il rapporto che avevo con lui era speciale, era un volersi bene reciproco durato 6 anni. Era arrivato in casa mia nel 2004, e la prima cosa che abbiamo visto insieme è stata Half-Life 2. Da lì in poi, mano nella mano, ci siamo fissati negli occhi ogni giorno, per ore interminabili. E lui mai un cedimento, mai un no, non mi ha deluso una singola fottuta volta.

E questo nonostante quotidianamente venisse schernito da uno di voi nobili discendenti dello Sterco, voi selvaggi che indicandolo con l’indice delle vostre mani peccatrici vi rivolgevate a me dicendo cose senza senso del tipo “ma cos’è quel rudere?”, “ma non ti vergogni?”, “ma non si vergogna?”, “pensavo non li facessero più”. No, non li fanno più.
Bravi. Ben fatto.
Ma a noi non è mai importato un cazzo. Vi guardavamo dal basso del nostro mondo, la nostra amicizia era uno scudo che riversava piscio bollito sulle vostre ingiurie, voi serpenti adoratori di satana non ci avete mai intimorito nè attratto, era semplicemente un’altra guerra da combattere e l’abbiamo combattuta nell’unico modo che conoscevamo: guardandoci negli occhi mentre io prendevo a pugni il muro.

Eravamo solo io e lui. Io e lui contro il mondo.

Ora invece è tutto finito. Non si risolve nulla. Sono diventato come voi. Sul mio tavolo del gameplay ora giace uno schermo più grande che pesa 5 volte meno e consuma un decimo della corrente che regalavo con gioia al mio catodico. Non mi lascerà aloni neri sul muro perchè anche se volesse il suo culo piatto non oltrepassa la base su cui è poggiato. Ci ho anche già visto un film e ho goduto perchè era tutto più grande e più widescreen. Mi viene da vomitare. Non ricordo neanche come si chiama, devo guardare sulla scatola ogni volta.

Ora sono come voi, un peccatore, un passivo. La resistenza è finita e io ho perso. Torno a casa.


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