L’Angolo del Cestone: Darksiders - { Curia, Delibere }
Esulo, Giovedì 14 Aprile 2011 @ 16:01

“THQ” e “bei giochi” non vanno a braccetto molto volentieri, e di solito la qualità dei loro progetti oscilla tra relazione complicata e vedovo, se vogliamo utilizzare una metafora facebookistica. In offerta, dopo l’incoraggiante prova di Metro2033, mi è capitato questo Darksiders che, al tempo dell’uscita, avevo addocchiato grazie a varie fonti che me lo segnalavano come bellino, senza un vero e proprio hype: mi ricordo qualche video e varie interviste, ma il chiacchiericcio sui forum era moderato. I Vigil Games, sviluppatori del gioco, hanno dalla loro un ex artista Marvel (Joe Madureira) che sicuramente avrà aizzato qualche cuore nerd, ma in generale è stato un titolo dalla gestazione di medio-basso profilo.

Alla prova dei fatti però questo action-adventure si dimostra solido come il più sgamato degli AAA, con un CS pulito e un ottimo level design che vi terranno compagnia in diverse location ispirate e mai noiose, assieme a tante sfide ed enigmi appaganti, il tutto a comporre una panoplia di eventi e situazioni che non possono lasciare indifferente chiunque si sia anche solo divertito con un qualsiasi adventure.
Dopo l’assaggino iniziale, difatti, si percepisce il potenziale del titolo che con l’avanzare della storia sboccia e cresce di ritmo, esponenzialmente alle buone idee, alle mosse (non molte e alcune, a mio parere, quasi leziose) e alle abilità strettamente legate a scelte di design. Durante le ore di scampagnata (17-20, un’ottima longevità quindi) vi capiterà di riconoscere in alcune trovate o in certi frangenti citazioni più o meno marcate a vari titoli, che però sono state inserite dai Vigil con sapienza e precisione, senza mai apparire scarni copia e incolla.
Presenti praticamente tutti gli elementi compositi di un rappresentante del genere action-arcade, dall’upgrade delle armi agli oggetti collezionabili. Non è presente un’albero di skill come in molti altri esponenti del genere: come già si diceva anche le mosse a disposizione sono poche, a conferma del fatto che il rafforzamento delle proprie caratteristiche non era l’obiettivo del Team. Le anime raccolte dai tanti (e ottimamente caratterizzati/animati) nemici si dividono in blu (la moneta del gioco con cui effettuare acquisti da Vulgrim, un demone mercante) verde (salute) e gialle (l’Ira, che permette dei magheggi particolari); con X si sverrano colpi veloci, mentre con B si effettuano le mosse finali che squartano/decapitano/ affettano i marrani, mini-boss e i boss del caso, senza l’ausilio di alcun QTE. Rispetto ai suoi competitors risulterà sicuramente più classicheggiante, ma Vigil ha puntato più sul vasto carnet di possibilità offerte al giocatore che sull’azione nuda e cruda. Nessuna aspirazione al sandbox, ma un gameplay che definirei ecosostenibile, direttamente dal produttore al consumatore, rustico ma appagante. Ogni elemento sblocca dei nuovi espedienti che, fusi assieme, permettono a Darksiders di elevarsi e dire la sua nel panorama videoludico affollato di questi anni: poco fumo e tanto gameplay quindi, migliore della somma delle sue (tante) parti.

Trama? Forse l’anello debole della somma citata poc’anzi: si impersona Guerra, uno dei Cavalieri dell’Apocalisse, che entra a piedi uniti sulla Terra e scatena quello per cui si è stati creati; solo che l’Arso Consiglio, cioè i Superiori di Guerra che equilibrano Bene e Male, richiama il Cavaliere e lo accusa di aver scatenato Resistance fuori dalla tempistica prevista dal Fato, una lamerata gratuita nei confronti dei poveri terrestri in pratica. Tira aria di complotto, purtroppo, e parte Apocalissopoli, saltano fuori i vari Ciccius demoniaci con walls of text di intercettazioni e, dopo una “veloce” riunione di un centinaio di anni si viene rispediti sulla Terra ormai devastata ad indagare e trovare coloro che hanno ingannato Guerra. Più che a livello narrativo, la storyline offre un po’ il fianco al design, perché non è raro trovarsi spaesati nei livelli, avanzando più per inerzia che per effettive ragioni di plot (comunque piacevole fino alle scene finali). C’è da dire che dal punto di vista artistico e tecnico il gioco spicca piacevolmente e sfrutta alla grande il background, con ambientazioni riccamente ricreate e modellate, con tanto di fisica applicata e un ottimo uso dell’illuminazione, con i suoi momenti impressive.

Ci sarebbero tante altre piccole finezze da riportare ma mi sembra il caso di chiudere qua, quei maledetti ceci mi stanno massacrando il culo e impestando la camera, mai più col salmone; quindi, Darksiders non raggiungerà il livello di sfida di un Ninja Gaiden o la frenesia di Bayonetta, ma ricambia i 39 euro spendibili, che considero il massimo per un titolo da Cestone, con tanta sostanza e tanta cura. Consigliato.

Freg


1 commento a “L’Angolo del Cestone: Darksiders”

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