L’Angolo del Cestone: Dante’s Inferno - { Curia, Delibere }
Esulo, Mercoledì 2 Marzo 2011 @ 13:09

Nel periodo dell’annuncio di Dante’s Inferno EA poteva dirsi alquanto contrariata: buoni Progetti come Dead Space e Mirror’s Edge venivano elogiati dalla critica (il secondo solo da me NdAries) ma scarsamente ricambiati dal pubblico, con vendite insufficienti e tonnellate d’invenduto. Con quale spirito accogliere quindi questo action, sviluppato proprio dai creatori di DS, l’ex studio interno EA Redwood, con un background… beh, così particolare? Successo, merdina o merdone?
La risposta, dopo la debacle commerciale e relativo cestonaggio selvaggio (il titolo è risultato primo nella classifica dei giochi piratati) è un mix di tutte e tre, con un forte retrogusto di ciabatta.

Il gioco si presenta come un action che strizza il culo alla serie God of War, con uno spruzzo di Ninja Gaiden. Dalla MixMax che ne scaturisce, però, non risalta né il carisma, né la tecnica e né la cura di nessuno dei titoli citati (lo metto per iscritto fin da subito, per dreamcrushare). L’azione scandita dai classici colpi veloci (x), colpi pesanti (y) e parata (LT) scorre via senza sussulti particolari, sopratutto per chi ha già giocato quello che probabilmente è il miglior esponente del genere, Bayonetta. La missione, penso, era quella di rendere il titolo accessibile anche agli spastici come il Sottoscritto e ai pigiatori della domenica, e posso affermare che gli sviluppatori ci sono riusciti piuttosto bene: azzeccare le giuste combo dà soddisfazione, i QTE sono abbordabili e, nonostante molti giohini ultimamente facciano di tutto per smorzare il divertimento, ci si ritrova in uno strano circolo vizioso (gulp) che non condanna totalmente il gioco rispetto ai suoi blasonati concorrenti. La telecamera non aiuta, però, e anzi in molte situazioni è pure fastidiosa. Notevoli le tette e il culo di Beatrice: kudos per i tipi della CG.

Interessante il discorso legato alla propria “condotta” tenuta dutante il Viaggio: armati di Falce e Croce, nostre fidate armi che ci terranno compagnia durante le 15 ore necessarie per completare la campagna (ed assistere, alla fine, al primo piano del culo di Dante che ben riflette la qualità generale del titolo), potremo giudicare in parte il destino dei nostri nemici, condannandoli o assolvendoli: a seconda delle scelte, accumuleremo punti che andranno a modificare l’albero delle skill relativo alle due filosofie. Principalmente, condannando gli sfortunati abitanti dei gironi si potenzia la Falce e si sbloccano le combo relative, mentre assolvendoli si accresce la forza della Croce (che funge da arma a distanza) e conseguenti concatenamenti. Nel pellegrinaggio (e in particolari spigoli dei livelli), poi, ci imbatteremo in personaggi storici della scena politica, sociale e culturale italiana e mondiale, di cui dovremo scegliere il destino: li condanneremo e o li assolveremo? (io ad esempio ho beatificato tutte e 3 le prostitute famose all’interno del roster, forse per un riflesso del mio stato emotivo), rendendoci in cambio dei sostanziosi bonus proprio di codesti punti bene/male. Presenti anche potenziamenti dei Poteri del mana di Dante, quattro in tutto, che integrano lo smashing del titolo con evocazioni difensive e offensive: di quest’ultime ho apprezzato soprattutto la “sgommata”, molto utile per uscire dalle situazioni intricate.
Gli ambienti di gioco offrono vari oggetti da recuperare, che andranno a rimpolpare una lista di bonus con cui potenziare l’attacco di Dante (max 3 slot però) e di tanto in tanto fà qualche degna comparsa un po’ di puzzle solving, tutto risolvibile però con qualche spostamento di oggetti o petata di fronte alla leva del caso.

Già, petare, perchè è proprio il fattore della cura che lascia a desid… no via, che fa proprio cagare: detto dei paragoni forzati con altri titoli (non ho citato Ninja Blade, ma posso buttarci pure lui, volendo), non si può non sbuffare di fronte a scenari poveri (ma scriptati e linearissimi), personaggi scarni (ma Virgilio l’han fatto con 3 pixel in croce diobono, poeraccio), animazioni minimali, sincro labiale durante le cut scene inesistente, aliasing imbarazzante e in generale un pathos grossolano: bizzarro a proposito anche l’anonimato di Dante, uno dei personaggi più vuoti con cui abbia mai giocato; discreti invece i panorami, anche se siam sempre lì, la pochezza di texture ed effetti li rendono stocastici. Peccato perché visti i risultati raggiunti da GoW3, e relative critiche al gameplay old, i Visceral potevano copiare meglio e sopratutto prendere quello che di buono ha il titolo Sony, non il marcio. EA China vi dice nulla?

Potrei parlare del principale fattore di curiosità del titolo, la re-interpretazione della Divina Commedia in chiave di level design, oppure del periodo storico che abbraccia, con le Guerre, gli scontri a Firenze… ma l’avete visto il mio avatar sul forum, vero?

Ergo, mi pare di aver espletato tutte le funzioni principali di Dante’s Inferno; come con la mia precedente recensione, la metto in termini di prezzo massimo spendibile: 19 euro, meglio se con le SS incluse. Ci potrebbe anche scappare l’acquisto insomma, tanto il seguito non ci sarà mai, e quando vedrete il culo granitico di Dante penserete innanzitutto al mio, di culo: sarà così? sarà vero?; poi vi farete una risata amara nel constatare che i Visceral sono gli stessi del recente (e a quanto pare ottimo, leggete la recensione dell’Ayertosco a riguardo) Dead Space 2.
Sì, quel culo è realtà.

Freg


1 commento a “L’Angolo del Cestone: Dante’s Inferno”

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