Inauguriamo l’ennesima nuova rubrica, dedicata ai giochi da recuperare a prezzo budget, usati, platinum, in edicola o sulle isole della Manica, a cura del playboy palestrato e glitteroso meno credibile del Granducato (di cui sconsigliamo a tutti la bacheca facebook in periodo pre-S.Valentino).
Dopo l’esordio dello scorso anno, un po’ in sordina e con l’alone pestifero di Ubisoft come etichetta, questo nuovo HAWX si inserisce nella “flap war” di fantozziana memoria come via di mezzo tra il rigoroso e russo IL2-Sturmovik e il più fantasioso e giappo Ace Combat 6: Ace of Liberty.
L’approccio con i vari F15 e Typhoon è alla portata di tutti, non discostandosi poi molto dalle sensazioni di Ace Combat: non si pattina sulle nuvole ma, ad esempio, a difficoltà hard e con la visuale interna, risulta più che godibile, con i dogfight finalmente emozionanti e combattuti fino all’ultimo colpo di cannone (molto importanti in questo capitolo, visto che, giustamente, pilotiamo un Caccia, non un B-52).
Novità, personalmente ben accetta, sono le missioni a bordo di droni UAV e di fortezze volanti, come in Modern Warfare 2: si intercettano chiamate, si marchiano macchine e locazioni interessanti e si spara pure. Risultato: spezzano il ritmo ridondante dei dogfight/bombardamenti a terra e, si direbbe in questi casi, permettono di far rifiatare l’azione di gioco. Azione di gioco che i ragazzi di Bucarest hanno tentato di “Infinityzzare” e spettacolizzare à la CoD: purtroppo, le scene d’intermezzo sono tutto fuorché adrenaliche, e l’unico attore Rom chiamato e impallinato di sfere del Move nel sedere per interpretare i personaggi risulta talmente composto che, mi sorge il dubbio, abbiano allestito il set di motion capture direttamente dentro il suo caravan.
I designer di Ubi hanno introdotto delle sfide e degli obiettivi simili a quelli presentati da Bungie in Reach: queste sfide, una volta portate a termine, sbloccano EXP da investire nella crescita del proprio bolide: da un lato la “conoscenza” del mezzo utilizzato aumenta (sbloccando bonus già prestabiliti, tipo “aumento velocità 15%” oppure armamenti migliori), dall’altro sbloccano dei perk suddivisi in attacchi aerei, attacchi a terra e supporto. Avanzando di grado, poi, si sbloccano aerei e perk sempre più interessanti e potenti. Io me ne sono accorto solo a metà gioco, complici dei menù per nulla intuitivi: in pratica mi son fatto metà missioni con il cassone iniziale e senza bonus. M’immagino la faccia dei russi al mio arrivo nei loro cieli, alla Ace Ventura, col parabrezza sfondato e la testa di fuori dalla cabina.
Riproposto come nel primo capitolo l’opzione Assistenza durante i combattimenti: la telecamera si sposta ad una certa distanza dal Caccia, permettendo di inquadrare il nemico e gli eventuali missili in arrivo, schivandoli con coreografiche virate: personalmente non l’ho mai attivata perché non ne trovavo l’utilità, ma in matchmaking (fra poco ci arrivo) i tipi che mi facevano il culo la utilizzavano sempre: sicuramente c’avrò capito ‘na sega io.
Il gioco si avvale delle immagini satellitari di GeoEye, e grazie ad esso le location sono discretamente dettagliate e variegate: coste, mari, catene montuose, deserti, insomma i grafici non hanno avuto modo di annoiarsi, ecco. Il comparto grafico nel suo insieme è sufficiente, così come il sonoro, che accompagna e fa il suo compitino senza emozionare più di tanto.
La trama, beh, è Tom Clancy: terroristi, bombe sporche e qualche lieve sorpresa vi terranno sul gioco per 10/12 ore abbondanti. Se non mi sbaglio c’è il kameo del russo presente nella modalità co-op di Splinter Cell Convinction, bisognerebbe chiedere nel foro a chi l’ha giocato, non mi metto certo a gugolare ora che devo pure fare gli addominali.
Veniamo alle altre modalità di gioco: detto della campagna, ci sono le classiche missioni singole e le opzioni multiplayer: oltre al Deathmach a Squadre sono presenti Sopravvivenza ( in pratica l’Orda), le missioni Co-op e le missioni per i punteggi.
Online c’è un ristretto gruppo di appassionati, il che permette di giocare senza eccessive pause un po’ a tutte le modalità. A me è piaciuto, zero lag (nonostante i tanti jappo e swahili presenti) e duelli bilanciati e divertenti, grazie anche ai supporti disponibili, che variano dall’invisibilità alla scarica EMP, la mia preferita: attirare il malcapitato di turno, evitare le sue pete (non sempre ci si riesce, ma se si è brillanti e belli come me è più facile), tonneau, virata, stallo sfiorato per un pelo, lanciare la scarica EMP e ritrovarsi il nemico davanti a boccheggiare come una trota, pronto ad essere distrutto con il tuo bel missile, beh, è davvero un bel vedere.
Voti non mi garba darne ai giohini, quelli li riserbo per le serate in discoteca e per le donne: mi piace valutare un gioco tramite il prezzo spendibile, fin dal day 1.
Quindi, per gli appassionati del genere, dico che questo Tom Clancy’s H.A.W.X. 2 si guadagna più che agevolmente i vostri 39 euro: come tutti i titoli meritevoli di questa rubrica si dovrebbe già trovare ad un prezzo ridotto o comunque sotto la soglia da me indicata per l’acquisto, specialmente su siti UK.
Freg
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