[Leipzig GC08] Call of Duty, maledetto. - { Ispezioni }
LPf, Mercoledì 27 Agosto 2008 @ 17:52

Call of Duty 5 è il gioco dei primati, primo dei quali la fila della gente per provarlo (da non credere), capace di ridicolizzare quella al megastand Blizzard dove gira anche StarCraft, ma forse anche quella che crea Vasco Rossi a San Siro. In un’atmosfera surreale, l’esercito (non ho ancora capito se erano PR o veri militari) mantiene l’ordine, accompagnando la gente nella giungla dove si trovano le postazioni. In quel bailame è impossibile persino chiedere a qualcuno se possiamo entrare facendo valere il nostro tesserino VIP, lo sventoliamo da lontano a un militare che ci ordina di fare il giro muovendo in cerchio l’indice (uh?).

Ci buttano dentro dal retro e già capisci come questi facciano sul serio: solo postazioni per 4 utenti posizionati a croce (solo versione 360, come tutti i giochi della fiera esclusi quelli di EA e Tomb Raider) si gioca only cooperative. Le regole sono semplici: quando uno del team muore la partita finisce e il gruppo viene sostituito (di peso) da una nuova squadriglia di 4. Un buffone vestito da sergente, con una cartellina in mano, dispensa consigli e spiega l’obbiettivo della missione. Otta si siede, è un bimbo, sbarra gli occhi, mi mostra i brividi sulle braccia, io confido tutto nel team di sviluppo (e in un tiro inferiore al prequel già dal primo schioppo), ma alla fine della prova mi confesserà ingenuamente “Se esce con Gears of War è un casino”. Più che un casino, un incubo. Sapete quanto odio questa saga. Lo scorso anno incicciò Halo e ce lo ritroviamo tra i coglioni pure questo, cominciamo a farci i conti da ora “E quando vuoi che esca?”, “Allora mi sa che non ci si becca…”. La prova inizia coi 4 in una palude tropicale, l’acqua fa spavento, le texture non si contano a livello numerico, il carico a livello di design è pazzesco, non ce n’è una uguale ad un altra, la definizione però assolutamente squallida (anzi vergognosa) come nel prequel, per far frullare il tutto a 60 costanti. Carico poligonale abnorme, la luce è inumana, i quattro procedono nel pantano e un solo gioco ti rimbomba nella testa: Vietcong (dio solo sa quanto l’abbia amato). Primo agguato e il nano crucco capocordata va giù, urla, è brutto, schizzi, grida, urla pure il suo pg, smitragliate, tutto si muove, tutti gridano, tutto freme, “Salvatelo, salvatelo!” grida l’imbecille vestito da sergente, va giù l’altro spastico, c’è un casino su schermo che pensi al collasso (sempre 60 granitici), i proiettili fischiano dietro gli alberi, uno aggira il nemico, l’altro salva un beota e si ricongiunge a te già sul luogo dove rantola l’altro scemo, con quei capelli poi, ahahaah.. State più attenti dio santo, siete in guerra, che cazzo. Superata quella sessione (realmente fantastica), il gioco si apre su di una radura semplicemente sconfinata (panico), il computo poligonale non è minimamente quantificabile, l’orizzonte a perdita d’occhio, davanti di tutto, edifici, boscaglie, trincee, campi, plotoni, veicoli: è il quarto reich in azione, tutto freme, esplode, implode, ti lanci, tecnico, verso un edificio dove vedi concentrato il parapiglia più incarognito, puoi prenderlo da che lato vuoi vista l’estensione della mappa, dai gas al lanciafiamme e mentre ne bruci due, tre, quattro, capisci che Marcus quest’inverno non c’avrà un dito, ma un braccio intero, nel culo… Ora io mi chiedo il perché. Che bisogno c’era di fare un seguito che disintegrasse in tutto e per tutto il mega hit dello scorso anno. Non potevano fare (lo davo per scontato) semplicemente un buon giochetto, risparmiare sullo sviluppo, sfruttare il brand e vendere bene o male le medesime copie appellandosi al nome? Ma cosa aveva Call of Duty 3 che non andava? No, devono rompere le palle a Gears of War anche questi. Complimenti davvero, sempre più belli… Per la cronaca la gente usciva da lì saltellando, dandosi pacche e simulando le smitragliate: un incubo. Ah, colpo di scena, Quantum of Solace (da vedere prima che da giocare, sempre con quell’idolo di Daniel Craig che vedete in una foto qua sotto), il tie-in del seguito di Casinò Royale… Purtroppo (guarda, ci piango ancora) non c’ho giocato ma son stato lì, sorpreso, per qualche minuto. Certo non è la cacca che immaginavo, ma a dirla tutta sbrillucchiava proprio, e sotto ogni parametro. Vediamo…


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