AM come la colonnina destra del Corriere: tutto ciò che c’è da sapere sul keynote Apple in due paragrafetti. - { Oggi ai Margini }
aries, Giovedì 2 Settembre 2010 @ 08:16

LIVE FEED
Ore 19.32: Il lavoratore torna tardi, il feed è già cominciato, ma sulla pagina Apple (aveva sentito che l’avrebbero visto solo i possessori di un computer con la mela) dice che sarà presto disponibile. Leopardo, Safari, maglietta genius, egli rimane in attesa. Per ore. Dopo s’accorge che, in piccolo, c’è scritto che se non hai Snow Leopard puppi. Certo una scrittina a modo al posto del “torniamo subito” sarebbe stata gradita.

shuffle - nano - touch, da Engadget.

RESOCONTO
Un sacco di aggiornamenti alla linea iPod di cui nessuno sentiva il bisogno (diciamocelo, son praticamente perfetti così): uno Shuffle più piccolo, fra un po’ si farà fatica a impugnarlo. Un Nano più nano, centinaia di euro multitouch che puoi perdere con la velocità con cui si sfila una slip, con un’interfaccia palesemente non pensata con in mente quello schermino. L’iPod Touch si conferma un iPhone più brutto (non è nemmeno piattone come l’iPhone4) e senza phone. Di buono, il timido lancio di una sorta di mini Xbox Live – e non c’è nemmeno bisogno di installare bootcamp! – inaugurato da Epic con la solita demo ignorante e sotto steroidi (abbastanza impressive, però, va detto), e qualcuno la vorrebbe pure nel mercato console…

Dopo tre-quattro-cinque release inutili, ci si aspetta che con la cifra tonda iTunes faccia il botto. E invece è il solito peto. iTunes 10 è una merda, non aggiunge nulla di nuovo (e di cose, specie per quanto riguarda la personalizzazione della libreria e l’affinamento dei campi degli mp3, ce ne sarebbero un mucchio) se non il supporto a Ping, un cesso di ennesimo social network totalmente inutile. Cosa vuole un utente assennato per il proprio Mac? Che il modo di gestire la musica sia allargato anche a serie tv e film per avere un media center degno senza affidarsi a polaccate tipo Plex. Crearsi una libreria di filmati importandoli (ma lasciandoli dove sono e senza convertirli), supporto a sottotitoli, copertine, formati, ecc. Oppure, idealmente, un’integrazione di iTunes con i social network: chessò, dare le stelline e vederle comparire su RYM, poter mostrare le playlist e gli album favoriti su facebook, magari condividere una canzone con qualcuno. Questo è ciò che servirebbe, ma ad Apple non gliene frega nulla. Loro vivono in un mondo in cui tutti comprano solo su sull’iTunes Store (un saluto all’utente Jkl NdR), dove non esistono alternative né illegali (Lost ce lo siamo guardati tutti grazie ad Apple :sisi:) né legali (se devo spendere 10€ per un album non lo prendo mica fisico, in edizione digipak e spedito da play.com, ma in digitale da loro, ovvio). E così Apple inaugura Ping, ennesimo superfluo social network dove poter commentare con gli amichetti il nuovo singolo di Justin Bieber che s’è appena comprato nel negozio di Jobs: gli auguro la fine di Google Buzz. Ovviamente l’intransigenza verso gli mp3 importati in iTunes vale solo per i servizi coi quali vorrebbero spingervi all’acquisto compulsivo («it’s that simple!»), non precluderebbero mai la possibilità di aggiungerli tranquillamente in libreria perché significherebbe la fine di iTunes nel giro di qualche ora.
Ciliegina sulla torta, iTunes cambia icona e assieme al suo compagnetto Ping presenta il logo più brutto della storia Apple e non solo.

Ma allora sanno cos'è l'HDMI!

Ma allora sanno cos'è l'HDMI!

Per concludere degnamente il pasto a base letame un’utilissima AppleTV – economica e piccola perché vuota, ma non si dica in giro –, macchinetta mangiasoldi dai prodotti intangibili totalmente priva di senso nel Bel Paese.
Insomma, una Apple lanciatissima nel presentare novità di cui nessuno sente per davvero il bisogno esclusi enthusiast della melina e redattori dei quotidiani online, chiusa nella sua realtà composta da persone i cui orizzonti sono delimitati dai loro servizi, costretta all’update costante per esigenze comunicative ma incapace di mantenere snellezza e solidità dell’offerta e dei prodotti – chessò, ma proprio a caso, schermi che non s’impressionino coi pixel troppo scuri per troppo tempo o portatili che non brucino batterie da centocinquantaeuri a cadenza semestrale.

Fortuna che Chris Martin è sempre una bella persona.


1 commento a “AM come la colonnina destra del Corriere: tutto ciò che c’è da sapere sul keynote Apple in due paragrafetti.”

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