Una mel(in)a per giocare. - { Oggi ai Margini }
Peppebar, Martedì 9 Marzo 2010 @ 12:08

Non sono un feticista tecnologico. Non sbavo per il nuovo portatile ultrasottile e non sospiro malinconicamente davanti alla pubblicità dell’ultimo smartphone. Proprio per questo sono soddisfattissimo del mio Iphone 3G, pur sapendo che ormai viene considerato il modello base e che Apple ha tirato fuori altri aggeggi dopo il mio, più evoluti, più pratici, più fighi. Telefonate, sms, talvolta un passaggio veloce sulla posta elettronica o quella discussione interessante sul forum. Poche foto. Niente video, il mio modello non li fa. Ma tanti videogiochi.

Ecco, da appassionato videogiocatore non posso che esaltarmi di fronte al sempre crescente interesse che l’industria sta mostrando verso l’Iphone. Gli sviluppatori considerano ormai lo smartphone Apple alla stregua di una console portatile, con conseguente innalzamento della qualità media dei giochi. Accanto a case semisconosciute ma specializzate in giochi per cellulari come Meridian, Crescent Moon e Gameloft si affiancano giganti del calibro di Square-Enix, Capcom, Ubisoft.
In qualche anno si è passato da semplici esercizi di programmazione a delle produzioni che nulla hanno da invidiare a quelle di apparecchi concepiti espressamente per l’intrattenimento.
Un appassionato che spulcia abitualmente l’Apple Store sa bene che non ha più nulla di cui meravigliarsi. Più che a un negozio online, lo Store assomiglia a un’enciclopedia sui videogiochi. Vi si trova di tutto: prodotti nati sull’Iphone e che sfruttano le sue singolari caratteristiche, conversioni di hit da altre console portatili, adattamenti di giochi provenienti da macchine casalinghe, titoli con nomi altisonanti sparati direttamente dall’epoca d’oro degli 8 e 16 bit.

Una persona abituata ad acquistare giochi per NDS o PSP rimarrà di stucco di fronte al costo dei giochi Iphone. Certo, sono privi di qualsivoglia tipo di confezione. Eliminano i costi derivanti dalla catena di distribuzione. Ma ciò non è sufficiente a giustificare il costo di un terzo di GTA: Chinatown Wars, ad esempio, rispetto alla versione Nintendo. Soprattutto accorgendosi di trovarsi di fronte ad una conversione ineccepibile, per certi versi addirittura superiore all’originale, considerando il miglioramento dovuto alle qualità grafiche dell’Iphone.
I prezzi sono da acquolina in bocca, e variano da meno di un euro a 8 euro per i giochi che l’industria considera “blockbuster”, che sono costati diversi mesi di sviluppo e vengono attesi e pubblicizzati come accade per quelli delle sorelle maggiori. Inoltre c’è la possibilità di usufruire di sconti e di offerte limitate nel tempo, a cui quasi tutti i giochi vengono sottoposti prima o poi.
Per ogni gioco c’è la possibilità di leggere varie opinioni, espresse da giocatori e non da giornalisti professionisti, a mio parere più attendibili di quelle che si leggono sulle riviste del settore. E il futuro appare ancora più roseo, con valanghe di titoli annunciati, fra i quali gli “impossibili” Street Fighter IV e Assassin’s Creed II, che dalle immagini sembrano promettere veramente bene – perlomeno graficamente.
Per l’Iphone si prospetta un futuro da Gameboy, allora? Purtroppo no.
L’assenza di pulsanti costringe gli sviluppatori ad inventarsi soluzioni alternative ai sistemi di controllo tradizionali, che limitano fortemente lo smartphone Apple nei platform e negli action in generale, che necessitano di controlli precisi. Per quanto gli esponenti più recenti di queste categorie abbiano subito dei miglioramenti indiscutibili sotto questo punto di vista appare chiaro che una console tradizionale sia più indicata per questo tipo di giochi. La soluzione più comune – e la meno interessante dal punto di vista ludico – è quella di simulare una croce direzionale e una pulsantiera sul touch screen dell’Iphone, con la conseguenza di vedersi limitata drasticamente l’area di gioco, coperta dalle dita, e di sprecare la peculiarità del dispositivo Apple per emulare malamente una tecnologia del tutto differente. La batteria, già tallone d’achille dell’Iphone nell’uso di tutti i giorni, vede diminuire drammaticamente la sua durata quando lo si usa per giocare, rischiando di lasciarci senza console ma, molto peggio, senza telefono.

Nonostante questi inconvenienti l’aura di ottimismo che circonda il lato giocoso dell’Iphone mi fa ben sperare per il futuro.Sono sicuro che anche le prossime diavolerie del signor Jobs avranno delle consistenti applicazioni ludiche, tali da far ponderare l’acquisto anche a chi, come me, è più appassionato di videogiochi che di mode.

Nel frattempo, se avete timore di perdervi nel mare di minivaccate sullo store, potete affidarvi a guide come quella proposta da Edge sui migliori giochi 50 pubblicati per il telefono Apple.


1 commento a “Una mel(in)a per giocare.”

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