Se credi che abbiano portato l’uomo sulla luna puoi credere a tutto… - { Il mondo da un oblò, Lettere dalla Mansarda }
LPf, Venerdì 19 Giugno 2009 @ 16:11

Volevo aprirci un topico sul forum ma era lungo e lo uppo in home… Qualche settimana fa, ad un’ora improbabile della notte, vidi sul canale del retrogaming del merdale terrestre Man on the Moon. La storia bene o male la conoscevo, la leggenda che ha ispirato film, libri, canzoni (una di un album del ‘92 semplicemente strepitoso) e qualche blog delirante no, o almeno diciamo che non conoscevo il personaggio né capivo perché della sua morte si parlasse ancora oggi, almeno negli States.

Semplice. Non solo non è morto, ma ha organizzato l’ennesima gag, stavolta epocale, definitiva, quella che cercava di mettere a segno da sempre.

Andy Kaufman proviene dal cabaret dove aveva già “inventato” con l’amico di sempre Bob Zmuda (co-autore, genio dello scherzo nonché amico intimo di personaggioni del calibro di Billy Crystal, Robin Williams, o lo stesso Jim Carrey) un nuovo modo di fare comicità, imperniato sullo spiazzare lo spettatore, improvvisando qualcosa di finto ma che sembrasse talmente vero da far si che lo spettatore ci cascasse sempre,  sentendosi automaticamente un coglione e scoppiando a ridere. Anche quando era oramai palese che da un personaggio come Kaufman non potevi che aspettartelo, riusciva sempre, o quasi, a farti credere che quella situazione imbarazzante fosse autentica, quel litigio sincero, quel fatto vero, imperversando per tutti gli anni ‘80 finché il pubblico non ne poté più per quanto sempre più geniali e raffinati fossero i raggiri.

La prima gag che Kaufman iniziò a inscenare nei vari locali era presentarsi come uno straniero proveniente dal Mar Caspio, un imitatore con una voce stridula improbabile, tipo da rinconoglionito, che avrebbe imitato questo o quel personaggio famoso continuando sempre a parlare con la solita voce, alla fine faceva Elvis (ritenuta la miglior imitazione di sempre da Elvis in persona, soprattutto per il cantato) salvo salutare il pubblico con la vocina ed andarsene. Lo stesso produttore che notò il pubblico così spiazzato, George Shapiro, decise di andarlo a cercare nel camerino per portarlo al Saturday Night e fu accolto da Kaufman con quella voce, con la quale continuò a parlare finché non capì chi aveva davanti… Era il primordio di quella che sarebbe stata la sua comicità, che lo portò addirittura ad un delirante sdoppiamento in due personaggi pubblici (la gente ovviamente ne era all’oscuro), ovvero il comico Andy Kaufman e il cantante Tony Clifton (Andy mascherato da un improbabile cantante di Las Vegas). Per far si che la gente non ci potesse arrivare apparve più volte assieme a Tony Clifton che in realtà, nell’occasione, non era che l’amico e co-autore Bob Zmuda mascherato. Inizialmente per pubblico e giornalisti l’arrogante e maleducatissimo Clifton non era che la macchietta che apriva gli spettacoli di Kaufman, rilasciando qualche intervista o apparendo fugacemente in programmi per la TV, finché la gag non fu spinta oltre ogni limite e nacque pure una “vera rivalità” fra Kaufam e Clifton - i due proprio non si potevano vedere, o meglio era Clifton ad odiare l’altro senza riserve, dicendo che Andy non l’avesse che sfruttato per arrivare al successo. Andy pretese così che Clifton (Zmuda per l’occasione) prendesse parte alla sua sitcom Taxi, per riappacificarsi, dalla quale “il cantante” fu presto cacciato dopo un litigio furioso nel corso del quale spaccò tavoli e volò oggetti di ogni tipo. Non era solo il pubblico ad essere preso per il culo, ma tutti, dai produttori all’intero team di Kaufman, dal suo talent scout alla sicurezza che allontanò di peso Clifton da quel set. Tutti dicevano a Andy di sbarazzarsi del losco figuro, mentre lui continuava a parlarne affranto per l’ennesima scenata…

Un altro personaggio col quale raggirò l’America intera fu sua nonna, che si scoprì poi essere nientemeno che Robin Williams travestito. Partito dallo zoo dove, ancora sconosciuto, pagava una cinquantina di visitatori affinché si mettessero a correre gridando che fosse fuggito il leone, Kaufman era arrivato in prima serata a far scalmanare una vecchia fino a farla cogliere da malore, abbuiare la turpe scena lanciando contrito la pubblicità e rientrando in onda facendola risorgere  travestito da indiano. Parte del pubblico continuava a sciogliere la tensione in una risata, ma qualcuno cominciava a non poterne più. Annusata l’aria decise di sospendere per un po’ dedicandosi a quella che era sempre stata la sua passione: il wrestling. Il suo habitat naturale, un mondo fittizio ma reale agli occhi del pubblico yankee. Iniziò ad essere ospite fisso in ogni palazzetto del paese, finché nel corso di un incontro femminile non sfidò una professionista, battendola e autroproclamandosi Campione del Mondo di Wrestling Inter-Genere. Incontro dopo incontro, sempre contro lottatrici, calamitò nuovamente tutti i riflettori, fin quando il campione del mondo Jerry Lawler non ne poté più per il discredito totale che questo pagliaccio stava gettando sullo spettacolo, e decise di sfidarlo in un vero incontro. Una cosa vera, per la prima volta, nella sua vita di buffone. Andy rifiutò più volte fin quando non fu costretto a salire sul ring e finì malissimo, ovviamente in ospedale alla prima spaccacervello. I due si riappacificarono una volta finita la riabilitazione, nel corso del David Letterman Show, Andy col collarone, Lawler ancora incazzoso, finché la situazione non degenerò in rissa ed Andy fu fatto nuovamente a pezzi, con la pubblicità lanciata prontamente per censurare lo scempio che si stava consumando. Da David Letterman sarebbe apparso più volte, in un’occasione (tenetela a mente) parlò dei suoi tre figli adottivi, che si rivelarono essere tre afro-americani adulti. Quella del wrestling era l’ultima gag, ovviamente montata in mesi e mesi di lavoro con Zmuda e Lawler: il pubblico cominciava davvero a non poterne più. Era talmente bruciato che non c’era più posto per lui nemmeno al Saturday Night, era finita, finché Andy, salutista convinto, non fumatore e nemmeno trentenne, si ripresentò dicendo a tutti che aveva un cancro ai polmoni e sarebbe presto morto.

Opinione pubblica ancora divisa, ma qua inizia il bello della storia. Andy scompare dalla scena, lo si vede in pochi scatti entrare ed uscire dagli ospedali, è rasato, c’è chi giura non sia lui per via di una certa differenza nei lineamenti. Andy sta morendo o organizzando la gag definitiva? La mente di molti corre ad una celebre dichiarazione di qualche anno prima, nella quale giurava che avrebbe prima o poi inscenato la sua morte, e sarebbe stato capace di tornare dopo 30 anni – un trentennio nel quale sarebbe rimasto sulla cresta dell’onda, sotto gli occhi di tutti ma sotto mentite spoglie, senza possibilità alcuna di essere smascherato. Il cancro ai polmoni in un non fumatore trentenne non rientra nemmeno nelle statistiche, l’azzardo supremo, quasi una dichiarazione d’intenti, ma è lecito scherzare con cose del genere? Il pubblico è nuovamente spaccato finché Andy non muore davvero, dopo pochi anni passati a giro per vari ospedali dentro e fuori gli States, è il 16 Maggio del 1984. Il suo corpo non è visibile durante la cerimonia funebre, anzi, c’è una sua gag preregistrata che passa in un maxischermo. Ovviamente non esiste alcun certificato di morte. Inizia a serpeggiare la voce che Andy si sarebbe sottoposto a diversi interventi di chirurgia plastica nel suo andirivieni dagli ospedali, al fine di alterare il proprio aspetto e rendersi irriconoscibile. Ma quella non è che la prima parte di un piano che avrebbe dell’incredibile: Kaufman sarebbe ancora vivo e celato sotto la falsa identità di un qualche comico odierno. Rispettando pienamente il suo stile, continuando a giocare col vero o falso, spaccando il pubblico; sono i primi anni ‘90 quando inizia a serpeggiare la voce che Andy avrebbe fatto un film sulla sua vita autointerprentandosi. Carrey lotta violentemente per una parte che reputa sua di diritto, vuole quel copione perché è il più grande fan di Kaufman, è il suo modello, lo venera da sempre in modo quasi feticistico, ha addirittura una collezione privata tra i quali i leggendari tamburi conga, condivide con lui le amicizie, ha la stessa, sfrenata passione per il wrestling che gli impone di non perdersi un incontro, ha la stessa, identica espressività, è salutista convinto come Andy, chi più adatto di lui? Più inconsueto, forse, il fatto che i due abbiano anche la stessa data di nascita, ovvero il 17 gennaio. Il modo in cui Carrey recita è molto simile a quello di Kaufman anche secondo l’amico di sempre Bob Zmuda (casualmente assieme a Carrey nel film Batman Forever) quasi inquietante il suo scherzare in The Majestic con la storia di un uomo che perde la memoria e vive la vita di un’altra persona, o il suo “sdoppiamento” in Io, me & Irene, nel quale Carrey è addirittura il padre bianco di tre maschi afro-americani, per non citare, ma proprio perché blockbusterone banalaccio, The Mask. E’ senz’altro un caso che Carrey sia comparso sulla scena proprio al Saturday Night nel 1983. Clifton, invece, non ha mai smesso di esibirsi e continua ad attendere il ritorno di Andy…


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