Apocalisse su WiiWare / Sparare nel mucchio - { Curia, Delibere }
Redazione, Mercoledì 18 Febbraio 2009 @ 02:24

Un gioco così non lo si poteva ignorare, prima di tutto perché un FPS, e fin lì nulla di strano - ma non s’ignora mai. Però è nipponico, a dispetto della sua caratterizzazione yankeggiante, di Hudson per giunta, ed è solo scaricabile in una manciata di minuti da WiiWare. Ma quando mi dici che è addirittura multiplayer, con tanto di classifiche e cooperative online, le stranezze cominciano ad essere decisamente troppe per lasciarlo al suo destino senza passarci sopra qualche oretta.

Pochi fronzoli, giusto due bitmap e due righi di testo sul perché ci troviamo a sparacchiare ai bacherozzi alieni, che altro non ci rivogano se non una rilettura fugacissima dell’agghiacciante StarShip Troopers: un pianeta, tanti insetti, pochi militari. Registrato il proprio nome siamo in pista, campagna in Single Player o partite via WIFI, suddivise a sua volta in partite Personalizzate o Classificate, entrambe affrontabili sia con amici, gentaglia europea o animali da tutto il mondo. Le missioni sono piuttosto variegate, almeno negli obbiettivi da raggiungere, nella struttura e nell’armamentario, non certo in campo, intendo quando sei di fronte ai nemici poiché sempre gli stessi tipi di bacherozzi, coi soliti attacchi, ognuno di essi particolarmente vulnerabile al solito tipo di arma.

Comandi decisamente precisi, comodi e intuitivi: mouse e tastiera, col remote nei panni del primo e il nunchuk in quelli della seconda. Premendo velocemente due volte avanti, basso, destra o sinistra sullo stick del nunchuk si compie uno scatto avanti/indietro o uno strafe velocizzato, agitando il remote si ricarica l’arma, agitando il nunchuk ci puliamo dalla merdaglia nociva che ci sbrodolano addosso gli alieni dalle fauci (o dalle loro interiora implose, allorché troppo vicini quando li brasiamo), muovendoli entrambi avanti e indietro ci divincoliamo dalle fauci del mostrillo che ci sta per sgranare. La selezione rapida delle armi è infine mappata sulla croce del remote, su Z c’è la frusta (melee). Tutto qua, tutto perfettamente a portata di mano (anzi, di mani) già dopo due passi nel primo livello-tutorial. In alto a sinistra una mappa c’indica posizione dei nemici e conformazione dell’area, l’obbiettivo da raggiungere ci viene impartito prima di accettare le missioni, ripeto, piuttosto variegate e affrontabili anche in ordine sparso.

Multiplayer non dissimile in modo significativo dal single. Sono riuscito a fare solo due missioni perché il server sembrava decisamente tendente al desertico, ma l’unica differenza con la campagna è che a fine match un contatore ci dirà chi ha fatto più kill, quindi è più forte e bello. Purtroppo giocare supportati dall’imbelle CPU o da ominidi non comporta differenze sostanziali, visto che l’incomunicabilità non è un problema facilmente aggirabile, grosse strategie coi messaggi di fumo non ne fai, e la mappa non è mai troppo articolata o complessa, quindi procedi fianco a fianco con sti pupi, potendo dirgli che formazione tenere allorché controllati dal computer. L’azione di gioco è decisamente ripetitiva, scorre via lenta e sorniona e certo l’ambientazione costruita su tre poligoni non aiuta a trovare stimoli altrove.

Sufficienza che ci sta tutta, considerando soprattutto quanto costa (e l’originalità del concept alla luce del fatto che stiamo parlando pur sempre di WiiWare e di sviluppatori nipponici) nonché lo sputo di slot che occupa sulla memorietta interna. Certo qualcuno potrà ritenerlo un insulto alla parola FPS e non avrei grossi pungoli per controbattere, ma se volete io ci sono, su, che se famo sta campagnetta, bucce schifose: son due spicci.

LPf

L’incipit è da alta drammaturgia: quattro Helghast si svegliano tardi e sbagliano autobus, perdendo così gli ultimi ciak di Killzone 2 per trovarsi in una Marina di Bibbona gelida e deserta. È ormai tardi per tornare a casa, ma uno dei quattro s’è portato la videocamera. L’unico antidoto alla noia e alla delusione rimane quindi quello di mettere in scena uno sparatutto amatoriale in prima persona. Per Wii.

Onslaught è il racconto di quel pomeriggio di eventi immaginati, figliol prodigo di una Hudson che ha trovato su Wiiware l’habitat perfetto per quelle produzioni a basso costo che già cercava con fatica di spacciare al mondo fra Ps2 e Gamecube negli anni passati. Una nobile decaduta che riesce pur sempre a spiccare, con rinnovata dedizione, nel panorama scaricabile, e questo gioco ne è una prova assai più del siliconato e falso Bomberman Blast.

L’ambientazione riprende quella di Starship Troopers: un pianeta deserto, mandrie di insetti enormi e una missione di bonifica. Non c’è spazio per l’adrenalina, dal momento che sia i baldi marine che le ondate schifide si spostano paciose e sembrano pronte a darti la precedenza agl’incroci. Compito degli insetti è infatti ritardare l’avanzata del Bene e farsi piuttosto massacrare secondo oscure dinamiche da score attack. Queste lunghe combo sono l’unico metro di giudizio nel versus online, in cui spararsi a vicenda non sortisce alcun effetto. È possibile altresì affrontare in cooperativa le missioni dello Story Mode, ma su questo torneremo dopo.

Sia l’arsenale che le tipologie di scarrafoni sono poche e costantemente riproposte in variazioni estetiche e di taglia, come nei JRPG. I controlli, dal canto loro, fanno bene il loro dovere e sono quelli ormai accettati dei pochi sparatutto su Wii: si scuotono Wiimote e Nunchaku rispettivamente per ricaricare l’arma in dotazione e lanciare granate. Le missioni sono principalmente di tre tipi: assalto, difesa e scontro con i boss. Questi tre tipi di obiettivi vengono spesso rimescolati, senza pero’ raggiungere risultati davvero memorabili. Per non cedere alla noia, È consigliabile farsi le ossa giocando le prime due missioni e passare subito alla modalità online, tornando poi allo Story Mode per sbloccare man mano le nuove armi.

Con uno svolgimento più da picchiaduro a scorrimento che da FPS, siamo ad anni luce dall’indimenticabile ansia di capisaldi del terrore come Alien Vs. Predator 2. Ciò non toglie che vi si celino attimi tesi e divertenti: alcune missioni di difesa dello Story Mode, che la modalità online porta sempre a difficoltà Very Hard, diventano vere e proprie pianure di nemici da trebbiare senza un istante di respiro. Senza l’azione di concerto tra tutti i membri della squadra, il fallimento è sicuro. Improvvisando quindi una chat vocale tra quattro partecipanti, in questi momenti Onslaught mostra il polso e si riappropria finalmente dell’eredità del buon vecchio Alien Syndrome. Il resto è roba da quindicenni finlandesi, anche se fare a gara di punteggio con gli amici potrebbe piacervi.

Onslaught è insomma niente più che un ossicino ino ino lanciato a noi amanti del gioco cooperativo, da sgranocchiare avidamente in attesa di un inverno più clemente, fatto di Monster Hunter 3. Placido e sonnacchioso, assolutamente trascurabile ma mai malvagio, è uno sparatutto della domenica pomeriggio che sembra un siluro inesploso dell’era Dreamcast. Provate a divorarlo e resterete con un pugno di mosche, seguite il suo tempo e passerete qualche mese contenti.

monaco (mogtom)


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