Oggi AM ha voglia di parlarvi della follia di Marzo. Soprassediamo per un attimo sui capolavori invernali e gli awards dell’anno, siamo ai margini. Parliamo del titolo più improbabile che potreste far girare in questo periodo nel lettore blu ray della misteriosa Playstation 3. Un dispositivo che più underground non si può, dato che ancora oggi nessuno ha ben capito se si tratta di un fermaporta o una console. Ma a noi non interessa la war spicciola, piuttosto il fatto che il macinino Sony è region free, quindi una porta aperta verso quel pazzo mondo yankee di EA Sports. Quell’universo meraviglioso prostrato su un altare a forma di cesto. Mollate quei fucili cazzo, voglio portarvi nelle università statunitensi, nei campus più reconditi, dove il culto del basket viene praticato nella sua più intima e profonda essenza.
Niente buffonate da circo dell’Nba, qui si parla piuttosto della Ncaa, il college, le palestre, le borse di studio, la cagnara studentesca e i futuri talenti in cerca di un nome. Diventeranno dei pagliacci, ma non adesso. Qui sono tutti numeri e nessuno conta un cazzo, come insegna il buon sergente Hartman. Sudore, passione e momentum, una delle caratteristiche più esaltanti di questo sport. Si gioca tutto sul momentum, il picco, l’apice che ti fa volare. Ma niente schiacciate alla Kobe Bryant, qui si suda ogni centimetro del parquet, i punti non sono mai troppi, i tiri da 3 sono un’utopia e vige la legge del pressing. Il pressing a tutto campo non è un’eccezione, è una filosofia di vita. Ma niente, niente vi potrà preparare al lavoro effettuato da EA Sports sul versante audiovisivo. Tutti i campi di gioco, dalle palestre più infime agli stadi, sono ricreate con una cura maniacale, e in ognuna di esse sentirete passione. L’indescrivibile gusto di partire from the scratch.
Preparatevi ad entrare in campo con tribune ben poco gremite, senza telecronaca, giornalisti e sponsor, ma una manica di infoiati pazzoidi pronti ad allestire un bordello impestato ad ogni vostro movimento. No, niente vi può preparare all’audio. Nemmeno le succinte cheerleaders con i loro corpi bionici potranno far nulla per attirare la vostra attenzione. Sentirete piuttosto la banda che incalza, dei simpaticissimi ominidi armati di tamburacci e tromboni, altro che jingle hip hop, i fiati gente. Tra epico e folcloristico. Nessun brano up to date, nessun accordo discografico. Ogni menu di gioco, ogni stadio, ogni minima azione sarà accompagnata da quelle trombette meravigliose e indemoniate percussioni esotiche. E’ il mondo scintillante del campus, di John Belushi e i matti di Animal House, la Delta Gamma, i toga party, le abbuffate in mensa. Ma c’è poco tempo per cazzeggiare, calcare il parquet è roba da duri, c’è da mantenere alto il Tempo meter, l’indole della squadra, la sua massima prestazione, il gioco ideale, l’umore dei suoi cestisti, la motivazione. Dovete scegliere voi. Volete giocare bilanciati? Oppure pressare al massimo sul centrocampo? O ancora tutti spinti in attacco con rischio massimo di fastbreak, fate quello che vi pare, ma rispettate sempre l’attitudine ideale del vostro team, altrimenti vedrete poppare a schermo un incazzatissimo coach poligonale.
E’ lui il vero jolly di questo Ncaa 09, vederlo agitarsi ed espandersi all’inverosimile con i suoi messaggi minatori non ha prezzo, ma potrebbe anche tirarvi fuori dalle situazioni più brutte con i consigli sempre attinenti. E’ un elemento fondamentale, come nella realtà, e dopo poche ore non potrete fare più a meno del padre padrone mister. Infilate delle buone giocate, rispettate il momentum, e lo vedrete gasarsi e battere le mani come una scimmia a molla, sono yankee, sono matti, sono tosti. Ogni partita può essere l’occasione per toccare l’apice dell’estasi, oppure un incubo asfissiante, il livello più basso dell’umiliazione umana. Non esiste mai una via di mezzo, quindi preparatevi.
Chi si è dilettato, anche superficialmente, con le simulazioni Nba deve adeguarsi ad un gioco profondamente diverso, meno improntato sulla prestazione individuale, più ruvido, più fisico e anche più mediocre, perché queste son bande di mezze calzette e fenomeni infilati a mo di canditi nei panettoni. C’è chi dice, in sostanza, vero basket. Period. Non c’è scrematura, c’è solo da rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, bisogna mangiare fulmini e cacare saette, Mickey ha ragione. Cazzo se ce l’ha. Altrimenti si può andare insieme alle ragazze a ballare. E il pubblico non vi porterà mai per mano lungo il sentiero dei falliti, lo sentirete esaltarsi ed aprire il cielo per ogni punto guadagnato sull’avversario, mentre gli stacchi più umilianti verranno accompagnati da un silenzio irreale. Niente filtri, solo pura esaltazione atavica.
Visto che c’è in ballo Electronic Arts e tutta la sua infinita sboronaggine, anche il più affamato cultore del “college hoops” troverà soddisfazione. Sono presenti tutte le squadre della divisione 1 statunitense, in tutte le conferenze, e sono tante. Mai sentito parlare dei leggendari Ucla Bruins? O gli Orange di Syracuse UT? Oppure potreste preferire gli opulenti Tar Heels North Carolina dove ha trovato i natali nientemeno che Micheael Jordan. Altrimenti andate a giocare con quei pazzi dei Duke e il loro folle pubblico… Ogni arena è riprodotta alla perfezione, ognuna con le sue fight songs peculiari. Semplicemente fantastico. E se siete dei veri hardcore, prendete qualsiasi scuola, anche la più insignificante, ed avventuratevi in un dinasty mode indemoniato, che potrebbe culminare con l’invito al torneo Ncaa ed il famigerato Final Four, che si svolge, appunto, a Marzo. E a quel punto sarete abbastanza tosti da farvi commentare da Dick “Awesome baby” Vitale. Insomma, qualsiasi cosa vogliate fare, potrete farla, anche gettarvi nel multiplayer online contro la scuola rivale, che viene calcolata e tracciata in base alla vostra, così avrete sempre un avversario disponibile per un rival on the fly.
Ncaa Basketball 09 è un gioco tut’altro che rilassante, ma mai noioso e certamente magnetico anche per i totali ignoranti del genere, perché, come nella realtà, qui è in ballo non solo la borsa di studio, ma la vita stessa. Il parquet come circuito esistenziale, una scacchiera del destino da spolpare fino all’osso, come animali assetati di carne e sangue. E quando il fischio finale sovrasterà le urla, a prescindere dal punteggio, ognuno avrà guadagnato qualcosa.