Il Principe cerca moglie. - { Delibere }
LPf, Mercoledì 10 Dicembre 2008 @ 13:15

Concluso il delirante andirivieni nel tempo della vecchia trilogia, con un ultimo, raffazzonato capitolo, minimamente all’altezza dei precedenti, Ubi e il suo Principe ripartono da zero. Erase/rewind. Un’autentica operazione di reset, o reboot se preferite, un lavoro mastodontico con un carico artistico e tecnologico da mani nei capelli. Proviamo a parlarne togliendo i panni del fanboy.

L’inconsistente costruzione “tutta dritta” de I Due Troni viene rinnegata e si torna per fortuna ai vecchi santi, con una struttura assolutamente libera e imbottita di backtracking. Peraltro il tutto sarà sempre transitabile in modo assolutamente non lineare, in quanto saremo noi a decidere quali zone visitare e quando, previo consulto della mappa. Tranquilli, non sarà un continuo entrare/uscire dal menu, poiché una volta marcata la destinazione sarà Elika a indicarci come raggiungerla, lanciando un globo di luce nella giusta direzione. Bello, ho subito pensato. Tipo Fable II. Ma che figata. Guarda come ci si affranca lentamente dal “vecchio”, senza rendercene conto, guarda come gli sviluppatori stanno pian piano scremando l’inutilmente tedioso, il superfluo, l’infagottante. Andare subito al nocciolo della questione ha un retrogusto forse eccessivamente punitivo, ma già da una cosa del genere ti rendi conto di quanto il rifacimento sia stato pesante nella sostanza e non solo nella forma… Se una delle colonne portanti della vecchia trilogia era “trova la strada, oddio, non la trovo, oddio, e ora?” basterà premere un tasto affinché il globo di luce ti tolga subito da ogni imbarazzo, indicandoti proprio la strada precisa da seguire: guarda, ora vieni qui, vai a quell’anello, da lì salti su quella trave, da lì salti qua, zum, zam ed è fatta – handicappato! Uno pensa subito che questi globi siano limitati, visto che devi cercarli a giro per l’area di gioco, siano insomma una sorta d’aiuto che ti giochi tipo jolly. Niente da fare, sono infiniti. Dovrete accumularne tot solo per poter garantire a Elika il potere necessario per condurvi alla prossima locazione dove sbloccherete una nuova abilità, ma vi verranno solo sommati, mai detratti. Tirate pure un rigo su una delle caratteristiche principali dei vecchi Prince of Persia perché “trova la strada, oddio, non la trovo, oddio, e ora?” non esiste più.

Elika non è solo un GPS vivente, ma anche una Sabbia del Tempo umana, ovvero allorché qualche fase platform vada per il verso storto interverrà lei, prendendovi per mano e riportandovi alla piattaforma di partenza. Le vecchie Sabbie erano tre, dovevi recuperarle ed eri te a “riavvolgere” manualmente la scena, qua fa tutto in automatico e all’infinito, semplificando un pochino le cose ma non di troppo, diciamo che è una facilitazione che non pesa come l’altra, almeno non in modo così marcato. La fanciulla vi assisterà anche in combattimento, frullando come un’elica, da lì il soprannome, ehm. Tanto di cappello al combat system, un ibrido fra Ninja Gaiden II e Assassin’s Creed, davvero strepitoso, zeppo di counter e con doveroso elenco di combo consultabile al pronto. Anche qua si abbandona la struttura della vecchia trilogia dove ti trovavi a combattere contro orde di nemici facendo trilionate di mosse: si combatte contro un solo nemico alla volta, il gioco assume più un look da picchiaduro, farcito dagli ormai abusatissimi QTE, ma è davvero un gioiello, chirurgico nella precisione, divertentissimo, bilanciato quanto appagante.

Non troverete né nuove armi né potenziamenti per l’unica in vostro possesso, niente pugnali da lancio, niente fruste o catene, niente maschere, così come iniziate il gioco lo terminerete. Anche le abilità che andrete a sbloccare non saranno nuove mosse effettuabili durante le sessioni platform, ma solo lastre sulle quali poter montare, una volta attivate, che vi consentiranno di scalare torri altrimenti insormontabili, eludendo la forza di gravità. Sessioni platform dicevamo… Semplicistiche, che non significa semplici. Significa che la profondità è esigua e troppi, troppi, troppi risultano i passaggi identici, cosa assolutamente inevitabile dal momento in cui il “nuovo” Principe fa tre cose in croce. Due a essere sinceri fino infondo: salta e si appende. E non basta il solito level design (come sempre lo stato dell’arte) per non farti sentire il peso di qualche ripetizione realmente di troppo. A dispetto dei capitoli precedenti sono scomparse del tutto anche le trappole disseminate lungo il percorso, mentre restano i puzzle da risolvere, pochi a dire il vero, ne sarebbe servito senz’altro qualcuno in più per variegare un minimo le situazioni di gioco. Dicevamo che non ci sono né armi né abilità extra, ma c’è un costume, scaricabile gratuitamente, ovvero quello di Altair. No, non fa ridere.

Palese era l’intento di Ubi di rinfrescare il brand e riscriverlo per intero, donandogli sia una struttura più snella e immediata che una forma stilistica del tutto rinnovata. Se sul fronte strutturale mi sembra doveroso parlare più di mero impoverimento ed eccessiva semplificazione, su quello formale i passi in avanti sono inquantificabili. Lontanissimi i toni dark assunti dalla vecchia trilogia. L’atmosfera fiabesca si sposa col miglior cel shading che abbia visto in questa gen, per quanto l’area di gioco sia sconfinata è curata come un bonsai, non c’è un ciuffo d’erba fuori posto fra accostamenti cromatici strepitosi, effetti mai abusati ma usati con gran classe e di ogni tipo, ombre dinamiche, orizzonte visivo spacca mascella e un carico poligonale abnorme. Considerate, inoltre, che l’intera, sconfinata, mappa di gioco è visitabile senza doversi sorbire l’ombra di un caricamento. Ancora non hai finito di far loro i complimenti per FarCry 2 e ti schiacciano sopra il carico. Davvero tecnologicamente sono impagabili. E questa volta è realmente fuori parametro anche il carico artistico. Probabilmente i due episodi di Naruto sono stati una sorta di test in vista di un lavoro di ben altra caratura. E’ stato riscritto anche il profilo del Principe, che si presenta come un ladruncolo scanzonato e sarcastico, ama oro e donne, depreda tombe, vive alla giornata e si lancia nell’impresa invaghito della bella Elika.

Con lei potrete parlare in qualsiasi istante premendo i tasti dorsali del pad e vi giuro che ne vale la pena, non solo perché aumentare la sintonia fra i due sblocca preziosi obbiettivi, ma solo per rendersi conto di quante siano le frasi campionate, a dire il vero penso infinite. Una volta mi sono messo lì per mera curiosità, una decina di minuti. Mi son fermato di nuovo dopo una sessione platform per altri cinque abbondanti. Niente, vanno all’infinito. Mai banali, sempre divertenti, anche se il copione è bene o male scontato: lui ci prova, a lei piace ma non gliela dà. Scontato che i due s’innamorino. Assai meno scontato è il finale che vi lascio il gusto di scoprire e che apre la strada già ad un seguito diretto. E’, in tutta onestà, il primo episodio in assoluto ad avere anche una sound track davvero incisiva, orchestrata divinamente e con tracce melodiche quanto subito orecchiabili.

L’amore per il brand è palpabile, quasi morboso, lo sforzo profuso fa quasi impressione, anche se a mio avviso questa eccessiva semplificazione ludica non gioverà affatto in termini commerciali, men che meno il cel shading da sempre poco gradito alle masse. C’è una contraddizione di fondo che continuo a non capire. La saga ha sempre registrato numeri da capogiro, non capisco che senso abbia svuotarla di contenuti e doparne la forma con un fardello artistico che apprezzerà più il purista che la grande platea, è una contraddizione addirittura duplice. Curiosissimo di vedere cosa succederà al botteghino. Il titolo è assolutamente da giocare, una sorta di regalone natalizio, impacchettato con tanta cura e mille fiocchi, vi abbandonerete paciosi a quelle atmosfere incantate, del resto è amabile e fa di tutto per farsi voler bene. Forse troppo. Quasi ruffiano, a tratti hai l’impressione che si stia svilendo e sminuendo pur di piacerti. Dite pure a Ubisoft che nessuno ne sentiva il bisogno. Promosso ma non a pieni voti, amabile ma non indimenticabile, l’ennesimo giorno zero del Principe è un caramellone strano, molto libero e parecchio tarpato a livello di soluzioni ludiche, lo amerete alla follia ma solo a patto di non aver giocato la vecchia trilogia.


5 commenti a “Il Principe cerca moglie.”

  1. aries

    Dio, ma ce ne fosse una a fuoco, ahahahaha!

  2. LPf

    Look da Consolemania. Sa di gameplay. E’ voluto…

  3. ginko

    ha la fava di cartone però

  4. Omega Kid

    Graficamente è incredibile

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