[Leipzig GC08] Non sarà un’avventura: Lara, il Principe e la cinese. - { Ispezioni }
LPf, Lunedì 25 Agosto 2008 @ 21:40

Era tanto che volevo provare il nuovo Tomb Raider. Non posso farci niente, m’è sempre piaciuto… Sorvolo sulle differenze fra le due versioni in mostra (imbarazzante), sorvolo pure sulla figa vestita da Lara alla quale piacevo in modo spudorato, ma il nuovo episodio, per quanto oggettivamente bello, ha radici profonde nella precedente incarnazione (Legend - Anniversary), si sente, si vede, si tocca, anche se graficamente il gap è notevole.

Lara snocciola una quantità di animazioni impressionante, pesca a piene mane da Assassin’s Creed, sia arrampicandosi facendo perno solo sulle sporgenze realmente 3D che muovendosi in un’area di gioco finalmente vasta, pure tecnicamente si buttano in scena shader e texture di quel tiro, eppure è palpabile la sensazione di vecchio. Nel nuovo. Del vecchio. Boh. Ma poi è un male o un bene? Ma che sto scrivendo? Mettiamola così, il gioco compie realmente un salto avanti sotto molteplici parametri che vanno dalle azioni alle animazione, dall’estensione alla realizzazione: eppure sembra di giocare al predecessore. Mentre giochi. Capito? Io si.

Velocemente su Force Unleashed (il Potere della Forza), l’ultimo episodio di Star Wars m’ha lasciato troppo tiepido, incredibilmente tiepido, al punto che duro proprio fatica a parlarne. Magari non aiuta l’algido livello (interno) che ho provato, ma è proprio un pesce freddo, con sto puparottolo che fa cose viste cent’anni fa e per le quali non importava certo scrivere un motore, bullandosene per mesi nelle interviste… Son le medesime che faceva nella Psi-Ops (che ricorda in modo agghiacciante) appoggiandosi all’Havok. E’ un po’ più dinamico, ma convincono poco proprio il feeling e (soprattutto) il comparto grafico, troppo al di sotto delle aspettative. Fener avrebbe detto “E’ goffo oltre che maldestro” strizzandogli il collo.

L’incarnazione ludica del concetto di “dilaniare”. Vedi Tomb Raider e pensi istintivamente al predecessore, invece vedi Prince of Persia pensi alla saga del Tempo e ridi - poi succede che pensi a Tomb Raider e ti pisci direttamente addosso dalle risate - infine pensi a quanto uscito fino ad oggi sulle console next gen e, incredibile o meno, smetti di ridere perché una cosa così non l’hai mai vista, e non fa ridere per niente. Non è possibile parlare oggettivamente del gioco senza averlo davanti, ma ti fa davvero un male cane. Ero tiepidino dopo l’E3, bello per carità, eppure qualcosa non mi faceva partire la brocca, sentivo un non so che, una roba che mi tratteneva a mo’ di briglia, forse anche per la mia scarsissima propensione al celshaded, forse per com’è stato stravolto ancora una volta un brand che amo alla follia, ma mi ha fatto talmente male che m’ha fatto quasi rabbia… Sia ludicamente (col duplice pg fai dei numeri che neanche i Bulgari…), che graficamente (pare realmente un FMV, ma di quelli animati da paura), che per il coraggio di cambiare ancora una volta concept, non lo so, ma ho provato quel disagino, ecco il termine giusto, quel bisogno di non volerne sapere altro, di non vedere altro, di guardare lo stand, i culi delle standiste, tutto fuorché lo schermo, almeno finché non sarò solo con lui in casa mia. Nudo. E poi io volevo giocare, non vedere uno sviluppatore tozzo che gioca. Comunque m’è sembrato quasi troppo, se riuscite a capire il tipo di sensazione, ma volevo fuggire, all’opposto di Street Fighter IV verso il quale m’è venuto istintivo di correre. I due migliori giochi della fiera assieme a, no, non ce la faccio ad ammetterlo… I due migliori e chiudiamola qua.

Finalmente una duplice sessione su Mirror’s Edge, che altri non è che Prince of Perisa in soggettiva. Si, la visuale non deve trarvi in inganno, il gioco è esattamente un platform “trova la strada – oddio non la trovo“, e la bimba fa esattamente quello che fa il principe: corre per qualche passo sui muri in orizzontale, salta e resta appesa, si arrampica sulle pareti, fa l’equilibrista sulla fune, “nuota nei fiumi, scala montagne, corre felice nella campagne”, solo che è tutto in soggettiva. E funziona? Beh, la prima sessione provata (tutorialone) funziona ma diverte il giusto e senti parecchio (troppo) il sentierino, il percorsino, l’unico da fare senza poter uscire d’un dito dal seminato… Poi il gioco si apre e le cose non cambiano significativamente, resta impostato su una struttura assolutamente non free, ma arriva il gameplay il cui nocciolo è “trova la strada – oddio non la trovo“, fra passaggi più o meno articolati e complessi. Carino, da giocare senz’altro, ma ti lascia quel non so che, come tutti i loro giochi del resto… A livello meramente visivo ha le sue belle carte da giocare, senz’altro ha una certa “unicità”, strepitoso è il senso di vuoto quando salti da un palazzo all’altro, facendocela per un pelo, restando appeso, la senti proprio l’altezza, ma è un po’ troppo “tutto lì”, con fasi shooter assolutamente ridicole (nemici pure anonimi e totalmente privi di IA), sessioni morte, senso di stanca in alcuni (troppi?) passaggi, che non divertono neanche per il cazzo. Un po’ scricco, molto one way, molto sonaro…


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