Il potere dello sforzo. - { Curia, Delibere }
LPf, Martedì 16 Settembre 2008 @ 14:13

E lo sforzo profuso da Lucas, assieme a Pixelux e NaturalMotion, è veramente perentorio e meritorio viste le tecnologie utilizzate per dar vita a questo nuovo paragrafo dell’infinita epopea di Guerre Stellari. L’Euphoria, già apprezzato in GTA IV, si andrà ad assommare all’Havok nel tentativo di gestire una fisicità ed un interazione mai viste prima, con una gestione dei rapporti causa/effetto da far impallidire Kant (senti perfino la diversa pesantezza dei vari oggetti che vai a sollevare) ed un realismo supremo per quanto riguarda la gestione di porzioni di background e modelli, che NaturalMotion dota di espressioni facciali assolutamente naturali e realistiche dopo lunghe sessioni di capture su attori reali.

Un quadro notevole e impreziosito da effetti decisamente marcati, shader che si sprecano letteralmente e un polygon count a tratti fuori controllo, specialmente se si vanno a buttare nel calderone l’interagibilità col background (strepitosa) e le immense aree di gioco; un insieme, che realmente ha ben pochi contendenti nel panorama next gen, con un frame rate che si comporterebbe anche decentemente se non ci fossero quelle continue desincate a sciupargli un po’ la festa. Diciamo che sullo scattino ci passi, ma il tearing è realmente marcato. Non è nemmeno giusto, non per me, soffermarsi più di troppo su quest’aspetto perché si rischiano di perdere di vista i risultati ottenuti con questo giga investimento, unica notarella stonata (assieme a qualche texture low res) in una produzione a dir poco filmica. Che filmica vuol essere a prescindere dal fatto che si sia davanti ad un action puro e le cut non siano minimamente né prolisse né invasive – per una volta tanto mi verrebbe quasi da aggiungere “putroppo”. Lo stesso inizio è da applausi scroscianti, sulle note della marcia imperiale, Fener guida l’assalto su Kashyyyk, pianeta degli Wookiee, a Kento Marek, un jedi scampato all’Ordine 66. Dopo aver strangolato un ammiraglio incapace, passi incerti, la cam indugia sui suoi arti, non può correre, l’animazione del mantello è da sangue dalle narici, ansima, divelge alberi, spruzza carisma, solleva e scaglia pietre, sbriciola ponti e strutture in legno: è una furia. E’ il Fener che ucciderà tutti i jedi rimasti, che visiterà tutte le stelle della galassia come diceva quando era ancora il piccolo Anakin, è all’apice della forza, consumato dall’odio, una minaccia per lo stesso Imperatore al quale vuol usurpare il trono. Per quello ha bisogno di un apprendista (come proporrà allo stesso Luke ne Il Ritorno dello Jedi) per quello dovrà tenerlo nascosto agli occhi gialli dello stesso Palpatine. Ed ecco la nostra entrata in scena, ecco Fener che uccide nostro padre, il jedi rifugiatosi appunto su Kashyyyk. Da oggi saremo un sith, l’allievo di Fener in persona, il nostro nome non è più Galen Marek ma Starkiller, la nostra missione uccidere tutti i jedi rimasti. Le caratterizzazioni sono da applausi, l’ost è costruita per intero da tracce storiche, come sempre tutto puzza di Star Wars, dagli effetti sonori alle voci, dai rigogliosi pianeti pluviali ai torridi asteroidi adibiti a fornaci, dalla tecnologia nelle nostre mani agli amici al nostro fianco, vale a dire il nostro droide Proxy capace di prendere l’aspetto della persona con cui si è in comunicazione olografica, e l’immancabile volto femminile, Juno Eclipse, nostro ufficiale e abile pilota fresca reduce dall’accademia imperiale. Strepitosa, a dir poco inattesa e con tanto di apprendista a seguito (una Zabrak decisamente in bilico fra la forza e il suo lato oscuro) la comparsa di Shaak Ti, interpretata da Orli Shoshan ne L’Attacco dei Cloni (qua sopra a destra) ovvero la Togruta che con Kenobi e Yoda è uno dei tre jedi dell Alto Consiglio ad essere sopravvissuto al Grande Sterminio del 19 BBY. In realtà il generale Grevius, il cyborg multispada a capo dell’armata dei droidi della Confederazione dei Sistemi Indipendenti, possedeva 30 spade di jedi uccisi o sconfitti fra le quali quella di Shak Ti, ma lei l’avremo rivista…Era Anakin stesso a doverla uccidere ne La vendetta dei Sith, e sono state girate ben due scene distinte per la sua morte, si diceva entrambe rimosse per l’eccessiva violenza, quando mi sembra si possa dire che i motivi reali si scoprano oggi. Ma che Lucas sia un maestro supremo nell’orechestrare i suoi fantastici burattini è cosa nota…

Diciamo subito che il gioco m’è piaciucchiato, ma prima cosa mi piace tutto, seconda cosa è troppo facile farsi piacere un titolo del genere. E’ troppo facile perché la licenza mi manda fuori di testa quando maneggiata con tanto amore, per il resto si parla di un action molto bello da vedere indicibilmente intuitivo e immediato da giocarsi, per quante siano le cose che si possono fare. Una valanga. Sostanzialmente imperniate sull’uso della forza cosa che dà largo spazio alla gestione della fisica, atta non solo a uccidere i nemici ma anche a risolvere piccoli puzzle e aprirsi varchi per proseguire. L’interazione col background non ha eguali. Semplicemente stupendo è quando modelli lamiere e metalli per creare piattaforme o creare un tetto onde evitare una colata lavica che cade sul tuo testone, o ancora quando scardini portoni blindatissimi o ti crei dei ponti, bellissimo a farsi, a vedersi e anche a sentirsi col metallo che grida contorcendosi. Anche la fase meramente action sarebbe, dico sarebbe ricchissima, ma purtroppo non è profonda a causa di una mossa (la spinta della forza) in grado di renderti troppo forte davanti a qualsiasi formazione avversaria e della quale, purtroppo, abuserai anziché dare spazio alla vasta gamma di tecniche disponibili. Tecniche peraltro sia upgradabili se già possedute, sia sbloccabili, attraverso un sistema di punti acquisibili simil rpg, sostanzialmente combattendo. Si potrà intervenire anche sulla spada nonché sul nostro abbigliamento. Il gioco non è uno stanco slasha slasha, ci sono piccoli imprevisti da affrontare e brevi sessioni platform, per fortuna brevi, perché a prescindere dal doppio salto il sistema è piuttosto approssimativo e impreciso. Tutto il gioco ha qualche sbavatura qua e là e, anche se si lascia giocare, un po’ di tempo per fixare al meglio il tutto se lo potevano prendere, a patto sia realmente un problema di tempo perché a naso direi che sia più un problema di manico. Se nelle ossa ha quel minimo di mencio e farlocco, c’è anche da sottolineare come più di un passaggio risulti ripetitivo (pure i nemici e i loro attacchi lo sono), cosa che evoca problemetti di natura decisamente più grave, parlo di level design, con aree che avrei preferito più piccole ma capaci di proporre situazioni un tantino più diversificate o impreviste. E’ un po’ pallosetto, tediosino, leggeruccio… Dicevo che la spinta ti rende sgravato davanti a qualsiasi avversario… Ecco, non davanti ai jedi, perché loro mazzolano sul serio. Una volta finito il livello (ci sono anche i pre boss) arriverete davanti al vostro obbiettivo e il gioco diventerà una sorta di Power Stone (Capcom), in un’arena più o meno vasta, fra fulmini, oggetti da scagliare, duelli di spada, spinte, immancabili QTE e un po’ di approssimazione pure lì. Concludendo, non lo consiglio a nessuno. Non lo consiglio a chi adora Star Wars perché l’ha già preso. Non lo consiglio a chi adora gli action perché siamo lontani anni luce dal gameplay cristallino e da quel prodigio di game design che è Ninja Gaiden 2, ma pure da Devil May Cry 4. E’ il classico titolo da farsi in spensieratezza che troverete nei cestoni dopo l’orgia natalizia. Non lo troverete subitissimo usato perché è davvero lungo.


3 commenti a “Il potere dello sforzo.”

  1. aries

    Belle le foto… ahahah.
    Comunque è la medesima impressione che ho avuto dalla demo (lo dicevo anche sul forum, ci sono anche problemi per come sono integrate fra loro le mosse base, in primis i colpi in aria). In ogni caso, prima o poi, lo recupererò.

  2. LPf

    Ma si. Considera anche che la demo è veramente il punto più basso che tocca il gioco, da buon tutorialone.

    Però è anche vero che cmq lì lo scopri, nel senso, che dopo sarà sempre più bello ma inizieranno a montare la monotonia, la stanca, i limiti di level e game design, cose che nella demo non senti troppo, essendo i primi passi.

  3. aries

    Ok, finalmente l’ho giocato e l’ho finito anche io.
    Sono sostanzialmente d’accordo con quanto dice LPf. E’ un giochetto, molto meno di quello che alcuni pensavano prima dell’uscita, ma per un fan di Star Wars è veramente godibile. OK: il sistema di targeting fa schifo, i livelli ripetuti potevano risparmiarseli, la grafica ha alti (volti, alcuni ambienti) e bassi (alcune texture, aliasing), la scelta morale è abbozzata a dir poco, è ripetitivo e tutto quello che volete… però è divertente. E’ la classica vecchia struttura action dei bei tempi, resa più moderna e ambientata nella galassia lontana lontana, potrebbe non piacere a uno che si è finito 3 volte Jedi Academy a distanza di anni dalla sua uscita?

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